DI GIOACCHINO MUSUMECI
Dopo l’ennesimo post in cui si pubblica la foto della Meloni in costume e si infierisce sul suo aspetto, ho chiesto all’autrice perché criticare l’aspetto della premier e non il contenuto del DDL Nordio, per esempio.
L’utente ha risposto: “Il costume e come lo porta è inadeguato, bastava un costume intero. Si veste sempre da m… e rappresenta l’Italia”.
Nessuno dovrebbe disprezzare una persona vestita in modo sconveniente per i propri gusti come fossero norme giuridiche. Che diritto abbiamo di prevaricare la sfera personale di un politico arrogante? Nessun diritto per la verità, però potremmo demolirne l’operato politico, il che è ben diverso dallo scandalizzarsi per un costume da bagno.
Ma vedo che deridere è un esercizio diffuso trasversalmente.
A Dx amano imporre come i cittadini debbano vivere le proprie relazioni, quali diritti siano leciti o vietati. In tutta risposta utenti di aree politiche opposte opinano su come la Meloni debba vestirsi al mare. Lo trovo paradossale.
Se si scrivesse che siamo cessi o cesse, come qualcuno afferma della Meloni, pensate che la prendereste così bene? Sareste felici di essere calpestati per l’aspetto orribile secondo criteri che non avete valutato? E’ come essere discriminati per l’orientamento religioso o sessuale, pensare bene prima di scrivere certe cose.
Meloni è arrogante, anche politicamente incapace ma ciò non autorizza e comportarsi da bulli.
Quanti leoni e leonesse da tastiera dichiarerebbero alla Meloni ciò che scrivono nei post. In un dibattito a tu per tu nessuno direbbe alla Meloni “al mare avevi un costume orribile e sei una cessa”, sarebbe un esempio di sublime insufficienza e ciò vale anche per i post.
Meloni rappresenta l’Italia quando riveste un ruolo istituzionale, al mare rappresenta sé stessa.
Ciascuno pensi come gli pare ma un politico va visto per l’azione politica e se i suoi gusti nell’abbigliarsi non coincidono coi nostri, pazienza.
Ho criticato Meloni centinaia di volte ormai ma infierire sul suo costume da bagno e commentarne il corpo imporrebbe prima uno sguardo allo specchio. Scadere nel pettegolezzo è mostrare apertamente quella pochezza poi strumentalizzata dalla Meloni, che si vorrebbe deridere con argomenti imbarazzanti, per sostenere quanto inconsistente sia l’elettorato avversario, concentrato su cazzate piuttosto che sui temi di cui troppe volte gli elettori sanno poco o nulla. D’altra parte se Facebook è sempre più TRASH lo si deve anche a questo genere di post pervasivi e ad alto impatto emotivo per utenti che affermano di non amare l’insulto ma mettono “a me me piace” su post sul costume della Meloni. E se fai notare la cosa, questi la prendono pure male perché pensano di non essere amanti dell’insulto ma applaudono chi insulta.
Quando più di qualcuno sollevò accezioni sul dolcevita di Giuseppe Conte, o in generale sul suo abbigliamento, pensai “che stronzata”. Lo penso anche sulla critiche all’abbigliamento della Meloni sebbene non sia per nulla un suo fan.
Del resto mi ero espresso negativamente anche verso i giudici dell’aspetto della Schlein, oppure quando scrissi della Bellanova specificai che non mi interessavano commenti sull’estetica.
Concentrarsi su quanto siano belle e trendy le donne nei palazzi o in vacanza è un esercizio deludente, completamente inutile. Bellezza, abbigliamento e appeal, sono stati i criteri con cui Berlusconi ha selezionato la propria classe dirigente femminile, e tanti proprio per queste ragioni si scagliano contro Berlusconi. Allora giudicare o insultare secondo gli stessi criteri nazional popolari usati dall’ex premier per imbambolare il pubblico che significa? Forse che siamo vittime inconsapevoli del berlusconismo latente, ovvero di quel gene prettamente italico che nutrì il fu cavaliere, tratto per cui non si è felici senza la dose di pettegolezzo quotidiano.
Possiamo provare a essere un po’migliori di così per non trasformare Facebook in una latrina dove fare cacchina?
Mi è stato suggerito di non scrivere questo post perché non avrei ricevuto plauso, “la Meloni è troppo odiata” ha sottolineato l’utente.
“Non scrivo per il plauso, altrimenti pubblicherei il costume della Meloni” ho risposto.