DEAR MR BIDEN…

Supponiamo che noi che siamo i tuoi vassalli, l’unico quinto del genere umano di cui ti importi qualcosa, abbiamo come te la certezza assoluta che il presidente russo sia un mostro sanguinario capace di qualsiasi atrocità e bassezza, che se potesse invaderebbe il “globo terraqueo” arrivando fino alla Casa Bianca alla testa dei suoi mercenari dopo aver divorato ogni malcapitato bambino sul suo itinerario.

Da un simile mostro che fa apparire tutti i colleghi mostri che l’hanno preceduto nei secoli, da Gengis Khan a Kim Jong-un, come dei dilettanti che cosa ti aspetti?

Immagino che qualcuno del tuo staff ti abbia informato che a causa di alcune migliaia di testate nucleari in suo possesso con Putin non solo non si può vincere (nel migliore dei casi si potrà pareggiare vaporizzando buoni e cattivi senza distinzione), ma non si può neppure rompergli troppo i cosiddetti perché oltre alla famosa valigetta coi codici di lancio il mostro ha nelle sue mani la vita di molti milioni di persone che con il grano di quella parte di mondo riescono a malapena a sopravvivere.

Caro Jo,

immagino che di quei milioni di africani ed asiatici non ti importi una beata minchia e posso anche sforzarmi di comprendere il tuo punto di vista, ma qualcuno dei tuoi esperti ti avrà anche detto che ciò scatenerà uno sconvolgimento totale delle economie occidentali al cui confronto l’aumento del 40% dei prezzi causato finora da questa evitabilissima guerra sembrerà soltanto un piccolo e temporaneo inconveniente.

Non te lo immaginavi che il mostro Putin avrebbe reagito alle tue bombe a grappolo bloccando il commercio del grano e bombardando i depositi?

E cosa pensi che farà quando finalmente darai a Zelensky gli F16 e costringerai noi europei ad inviare i nostri soldati tra le macerie di Odessa e di Kherson per combattere spalla a spalla con i neonazisti ucraini del battaglione Azov?

Il mostro sarà anche Putin, caro presidente Biden, ma quello che ci farà ammazzare tutti dopo averci ridotto in miseria sei tu e lo farai in nome di una democrazia che, come il tuo enfant prodige Zelensky, neppure sai cosa significhi o dove stia di casa.