NON C’E’ GUERRA CHE TENGA…

DI MARIO PIAZZA

Mario Piazza

 

Qualsiasi competizione sportiva ha bisogno di regole uguali per tutti senza le quali ogni confronto tra atleti o tra squadre non avrebbe alcun senso, e non è certo una grande scoperta. Sarebbe ridicola una partita di calcio in cui il fuorigioco valesse per una sola squadra, o una di tennis con una metà del campo più piccola dell’altra.
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Ci sono però alcuni sport che prevedono lo scontro fisico diretto come il rugby, il pugilato e altre forme di lotta, e più di ogni altro la scherma dove gli atleti competono utilizzando addirittura delle armi per colpire non un bersaglio lontano ma direttamente il corpo dell’avversario.
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Per queste competizioni le regole di gioco non sono sufficienti, è indispensabile che esista un prima e un dopo lo scontro che le mantenga all’interno di un perimetro cavalleresco o almeno, se il termine cavalleresco vi pare esagerato, della semplice etichetta.
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Per questo la squalifica della sciabolatrice ucraina Olga Kharlan che dopo aver vinto sulla pedana invece di stringere la mano all’avversaria russa ha puntato contro di lei la propria sciabola è sacrosanta.
Mai mi era capitato di vedere un gesto così disgustoso e violento, roba che nessuna guerra potrà mai giustificare.