DI REDAZIONE
Ha ricevuto un messaggio sul telefono qualche giorno fa: le annunciava che dal mese di agosto non le sarebbe stato più versato il reddito di cittadinanza. Luciana Rossi (nome di fantasia per tutelarne l’identità), 58 anni, disoccupata dal 2012, prendeva circa settecento euro al mese di sussidio, ma è tra le 169mila persone che dal 1 agosto non lo percepiranno più.
Ha un figlio di 21 anni che studia all’università: “È stato il primo a cui l’ho detto: il mio problema ora sono i seicento euro di affitto e i libri per l’università, che non so come pagare”, racconta Rossi.
A chi mi dice di “andare a lavorare” rispondo che: gli ultimi colloqui li ho fatti da poco: “Ne ho fatti tre: uno come commessa in un negozio di scarpe. Mi hanno risposto che ho un buon curriculum, ma non corrispondo ai requisiti richiesti”. Anche dai centri per l’impiego non ha avuto chiamate. Ora non sa come pagare l’affitto: “Gli amici mi stanno offrendo aiuto, sto facendo dei lavoretti a ore. Ma non so davvero come pagare la rata di settembre e le bollette”.
Il rapporto Istat del marzo 2023 mostra che nel biennio 2020-2021 il reddito di cittadinanza è stato uno strumento importante di contrasto alla povertà, nel 2022 l’ISTAT contava 5,6 milioni di persone sotto la soglia della povertà assoluta in Italia, quasi il 10% del totale.
Ferdinando Tripodi, Presidente Diritti&Legalità, dichiara: “ Il reddito di cittadinanza è oggi più che mai una misura necessaria per permettere a milioni di famiglie di vivere con dignità, garantirsi un tetto sulla testa e soprattutto non finire nelle mani della criminalità organizzata. Di queste testimonianze ne arrivano ogni giorno presso la nostra associazione” – continua – “Indubbiamente i controlli devono essere severi per garantire che i percettori ne hanno realmente diritto ma non si possono punire migliaia di persone e famiglie solo perché una parte minima di percettori non aveva diritto. “