ORMAI NON LO FERMA PIU’ NESSUNO

DI ANTONELLO TOMANELLI

ANTONELLO TOMANELLI

Due mesi fa, quando sul Centre Court di Wimbledon il 20enne Carlos Alcaraz si imponeva su Novak Djokovic al quinto set in un match tiratissimo di quasi cinque ore, si era parlato di passaggio di consegne: il più forte tennista del momento alzava la coppa al cielo dopo aver battuto l’uomo con più tornei del Grande Slam vinti nella Storia. Ebbene, a quanto pare le cose non stanno ancora così.

Ieri sera a New York, all’Arthur Ashe Stadium di Flushing Meadows, 23 mila persone hanno assistito ad un incontro che rimarrà per sempre negli annali del grande tennis. Un mostruoso Djokovic ha polverizzato un fortissimo Daniil Medvedev, che già aveva sconfessato le origini marziane di Alcaraz, in un match di elevatissima spettacolarità.

Più che di una maratona, si è trattato di un rally. Tre ore e mezza di scambi lunghi ma velocissimi, conditi di continue e micidiali bordate del serbo alla costante ricerca dell’incrocio tra le righe, da destra a sinistra, con una precisione spesso millimetrica, che hanno finito per sfiancare il pur mai domo giocatore russo, alla fine arresosi soltanto al regolamento.

Con questa vittoria sono 24 i tornei del Grande Slam portati a casa dal serbo. Djokovic eguaglia così il record assoluto della mitica Margareth Court, che tra il 1960 e il 1973, di tornei del Grande Slam ne vinse altrettanti. Record assoluto da quando è stato inventato il tennis.

Il serbo stacca così di due slam Rafael Nadal, ormai completamente fuori dai giochi. Ma non è finita, perché è un record che non potrà che migliorare, a giudicare dalla paurosa performance, anche atletica, sfoderata ieri sera contro un campione di assoluto valore come Medvedev, di nove anni più giovane. Evidentemente per un gigante come Djokovic, 36 anni non sono ancora abbastanza per poter parlare di calo fisico naturale.

Si ha la netta sensazione che il record segnato ieri sera dal serbo sia destinato a rimanere imbattuto per chissà quanto tempo ancora. Un po’ come il record di 9’ 58’’ realizzato nel 2009 sui 100 mt piani da quella freccia ambulante di Usain Bolt, che secondo alcuni esperti è destinato a rimanere intoccato almeno fino al 2050.

Gente così non nasce tutti gli anni.