DA REDAZIONE
Il romanzo “Passaggio di emozioni” di Giovanna Passariello, edito da Backstage&Set, è un libro che ha radici profonde nei vuoti lasciati da un dolore.
Vuoti che l’autrice cerca di colmare con la scrittura attraverso delle storie indirizzate soprattutto ai più giovani.
La scrittura è sempre un rifugio.
E dal dolore, che la vita ci mette spesso davanti, si può uscire più forti, più sensibili, più umani.
Si può imparare a conoscere la parte più bella di noi e ri-nascere.
Com’è nata l’idea di scrivere questo libro?
Leggere e poi scrivere sono sempre stati la mia oasi di pace, il mio luogo senza tempo e senza limiti all’immaginazione. Questi ultimi mesi, sono stati scanditi da due lutti importantissimi nella mia famiglia: la morte di due giovanissimi fratelli a distanza di 5 mesi l’uno dall’altro. Da un dolore così non ti riprendi facilmente e nelle mie notti insonni ho ritrovato la via di fuga dal dolore nella scrittura.
Che cosa rende più leggera una realtà dura se no un racconto dove scegli tu l’intreccio e la fine?
Così ho scritto di getto spunti di favole o racconti brevi ricordandomi come da bambina mi piaceva inventare storielle. Da qui l’idea di metterle a disposizioni di bambini di V elementare o prima media, dove la fantasia è ancora molto fervida, per spronarli a leggerle e perché no , riscriverle cambiando il finale. Infatti noterete che ognuno di essi termina con puntini sospensivi.
Che cosa rappresenta per lei la scrittura e che valore ha nel contesto contemporaneo?
In un modo ormai dominato dai social, dal digitale, da selfie e molta apparenza, la scrittura è un momento di Stop alla corsa a chi posta per primo. Scrivere vuol dire ascoltarsi, respirare e dare voce alle proprie emozioni. Nella scrittura non si può fingere quello che non si è, non ci sono filtri e un fiume in piena che scorre.
Leggevo che da ultime statistiche, in Italia i ragazzi leggono e scrivono troppo poco; Bisogna inventarci di tutto affinché li facciamo affezionare di nuovo al piacere di raccontarsi non con selfie e post, ma con lo scrivere le proprie emozioni e soprattutto leggere un bel libro dove spesso ritrovano tante risposte alle loro incertezze.
Questo libro parla di emozioni… Cosa devono aspettarsi i lettori grazie alle sue parole?
Il pubblico a cui si rivolge, sono i giovanissimi; pertanto, ho risposto a due aspettative dei ragazzi: libro breve, tempo di lettura breve, proprio perché avverto tanta fretta in loro; fretta di sapere, letture veloci, spesso senza ritenere molto di ciò che leggono; ecco perché il lettore si aspetti pure di trovarsi di fronte ad un accenno di racconto dove se vuole approfondire… ha carta bianca, lo riscrivesse. Questo è lo scopo. Io lo faro’, proprio da uno dei racconti (ti ho dato una chicca in anteprima).
Ci regali un passo del suo romanzo. “Nonostante gli ostacoli e le difficoltà, Sarah non perde mai la sua fede e la sua determinazione. Con il passare del tempo, la situazione migliora gradualmente e la comunità si riunisce per festeggiare le diversità e la pace…” ( tratto da “Racconto di una piccola ebrea”). La resilienza a mio avviso, ci salverà.
Fonte: Mediavox Magazine