DI MARINO BARTOLETTI
Le notizie degli orrori che ci arrivano dal Medio Oriente mi riportano con grande tristezza – quasi con disperata delusione – al mio ultimo viaggio in Terra Santa, esattamente in questi giorni di quattro anni fa.
Gli amici della Nazionale Cantanti, come sempre portatori di solidarietà concreta, mi avevano invitato a seguire la loro missione.
Non fu difficile percepire le criticità e le sofferenze, ma almeno a me sembrò di cogliere qualche bagliore di speranza. Bambini delle diverse fedi mano nella mano nelle stesse scuole, apparente volontà di dialogo pur in situazioni storicamente incancrenite. La seconda Intifada era un ricordo lontano, l’aggressività di Hamas (culminata negli attentati di Tel Aviv) sembrava più concentrata sulla resa dei conti con Al-Fatah che non coi nemici storici (cioè lo stato di Israele): nel 2009 pareva essersi aperto addirittura uno spiraglio di trattativa. Poi… Poi la selvaggia e evidentemente non abbastanza prevista accensione di una nuova miccia ha riscatenato l’inferno.
Vedo opinionisti ed “esperti” scannarsi brandendo le bandiere delle ideologie. Ma anche tanta scoraggiante impotenza.
“…io chiedo quando sarà, che l’uomo potrà imparare, a vivere senza ammazzare…” (F.G.)