DA REDAZIONE
Dalla redazione di KULTURJAM
Un alto funzionario per gli affari politico-militari del Dipartimento di Stato americano, Josh Paul, responsabile dei trasferimenti di armi statunitensi alle nazioni straniere, si è dimesso in dissenso con la decisione dell’amministrazione Biden di inviare armi a Israele, a darne notizia è l’edizione inglese dell’ Huffpost.
Alto funzionario del Dipartimento di Stato si dimette per la politica di Biden su Gaza
osh Paul, veterano del Dipartimento di Stato, si è dimesso martedì dall’agenzia per l’approccio del presidente Joe Biden nei confronti della crisi tra Israele e Palestina, dichiarando al magazine che lo ha intervistato che sentiva di doverlo fare perché sapeva di non poter spingere per una politica più umana all’interno del governo degli Stati Uniti.
“Ho avuto la mia giusta dose di dibattiti, discussioni e sforzi per cambiare la politica sulle controverse vendite di armi”. E dunque: “Era chiaro che non si poteva discutere con questo. Dato che non potevo cambiare nulla, mi sono dimesso”.
L’ex funzionario poi, in un lungo post su Linkedin ha dettagliato la sua decisione:
“Quando sono arrivato in questo ufficio sapevo che non sarebbe stato un lavoro privo di complessità morale e di compromessi morali, e mi sono ripromesso che sarei rimasto fintanto avessi percepito che… il danno che avrei potuto fare sarebbe stato controbilanciato dal bene che avrei potuto fare. Nei miei 11 anni ho fatto più compromessi morali di quanti possa ricordare, ciascuno pesantemente, ma ciascuno con in mente la promessa che avevo fatto a me stesso, e intatta. Me ne vado oggi perché credo che nel nostro percorso attuale per quanto riguarda la continua – anzi, ampliata e accelerata – fornitura di armi letali a Israele – io abbia raggiunto la fine di tale promessa fatta a me stesso”.
Paul ha descritto l’assalto di Hamas contro Israele – che ha ucciso più di 1.400 persone – come “una mostruosità delle mostruosità”.
“Ma credo nel profondo della mia anima che la risposta che Israele sta dando, e con essa il sostegno americano sia a quella risposta, sia allo status quo dell’occupazione, porterà solo a sofferenze maggiori e più profonde sia per gli israeliani che per il popolo palestinese”, ha continuato.
“La risposta dell’amministrazione, e anche di gran parte del Congresso, è una reazione impulsiva costruita su pregiudizi di conferma, convenienza politica, bancarotta intellettuale e inerzia burocratica. Decenni di questo stesso approccio hanno dimostrato che la sicurezza per la pace non porta né alla sicurezza né alla pace”.
Dalla redazione di Kulturjam
19 Ottobre 2023