IL CESTO DI LUMACHE

DI MARIO PIAZZA

Mario Piazza

 

Avevo deciso di non parlarne.
Quando ieri ho visto sullo smartphone il lancio di Repubblica “Meloni rompe con Giambruno” ho pensato che la cosa meritasse una battuta di spirito qua sui social ma niente di più.
Chissenefrega di loro, dell’ennesima figlia di genitori non conviventi, della villa in via di rifinitura al Villaggio Azzurro che li aspettava… Le coppie scoppiano tutti i giorni e sono affari loro, ma poi ho letto il tweet ed è cominciato il tormentone mediatico e mi è venuta voglia di dire la mia.
Si tratta di una storia di “parvenus” d’alto bordo dove non si capisce chi avesse bisogno di chi, chi desse cosa o cos’altro li tenesse insieme. Un classico, la gnappetta e il figaccio, la star in attesa di brillare e l’uomo mediocre che ne sfrutta la luce. In una storia così le corna sono inevitabili come il guanciale nella carbonara, ma occorre quella discrezione che prima o poi viene sempre a mancare.
Delle scappatelle del “figaccio” (di una in particolare) ero al corrente persino io che con quell’ambiente ormai ho contatti molto rarefatti. “Estigranc***zzi” mi sono sempre detto, nulla di cui valga la pena parlare.
Una cosa sola merita di essere detta, perché è accaduta ieri davanti a milioni di italiani.
Il melenso tweet di Giorgia è la prova provata che nulla è troppo privato, troppo imbarazzante, troppo crudele o troppo ridicolo per non essere usato come strumento di propaganda perché il potere conta più di ogni altra cosa. Più del rispetto per un amore, più del pudore verso se stessi, più della sacralità di una figlia.
E adesso avanti con i meme, mi faranno sorridere e continuerà a non importarmene una mazza.
Buon fine settimana.