ITALIA: DEMOCRAZIA CONTRO EMPATIA

DI GIOACCHINO MUSUMECI

Gioacchino Musumeci

 

Vorrei ricordare ai faciloni della rete che quando Israele subisce un attacco terroristico, di qualsiasi entità esso sia, ha tutta la solidarietà del mondo compresa la mia dato che gli autori dell’attentato al festival israeliano mi fanno schifo.
Altrettanto nell’osservazione dello scenario non va mai dimenticato che le autorità Israeliane non hanno lesinato ingiustizie e comportamenti deprecabili a cui la comunità internazionale, in primis Washington, ha reagito blandamente. Inspiegabilmente non c’è stata mai una ferma condanna delle occupazioni perpetrate nel tempo in modalità stridenti con le decantate doti democratiche dei vari governi israeliani.
Stante questo i responsabili della strage al festival, da condannare senza alcuna attenuante, sapevano bene quale reazione muscolare avrebbe mostrato Israele e non aspettavano altro per infiammare un area di per sé ad alto rischio.
Perciò i terroristi di Hamas hanno esposto i palestinesi alla rabbia dell’estremismo politico di Netanyahu il cui operato ieri poteva vantare oltre 5700 morti in poco più di una settimana, circa 17mila feriti, e a Gaza 143mila unità abitative disintegrate.
Questi non sono numeri di una rappresaglia mirata contro Hamas.
D’altra parte l’opinione pubblica a suo tempo fu convinta troppo facilmente che la guerre, grazie a a tecnologie rivoluzionarie e rilevazioni satellitari, fossero realizzate in modalità “intelligente”.
Certo qualsiasi guerra più che intelligente è bastarda e un giornalista si impegnò per dimostrarlo. Così il mito di guerre e soldati buoni fu sfatato da filmati agghiaccianti. Scoprimmo che anche i buoni trucidavano civili senza alcuna pietà.
Il giornalista autore delle rivelazioni fu prima perseguitato e oggi si trova in un carcere da cui non uscirà mai.
E questa è una ragione per provare disprezzo verso sacerdoti di dottrine mistificanti i cui corollari sono inaccettabili poiché ammettono prevaricazioni da alcuni e condannano quelle di altri favorendo così le spirali di violenza da cui nessuno oltre l’industria bellica ha da guadagnare.
Se ricchezze grondanti di sangue sono legittime poiché nel capitalismo la natura del profitto dei governi è irrilevante, in cambio sarebbe opportuno concedere qualcosa a cittadini stanchi del refrain sulle democrazie se queste regolamentano perfino la nostra empatia.
In sintesi manifestare solidarietà per i morti palestinesi innocenti o bloccati a Gaza dovrebbe essere un dovere civico parallelo alla condanna del terrorismo e la solidarietà ai familiari delle vittime israeliane. Non è difficile immaginare dolore e rabbia di genitori e parenti dei ragazzi morti nella deflagrazione al festival. Ma credo sia altrettanto facile immaginare l’orrore e la sofferenza di un genitore palestinese a cui un soldato israeliano ha ucciso la bambina che usciva da scuola, in quelle terre è accaduto. E non voglio pensare mai che il soldato l’abbia fatto apposta perché quello è il preciso istante in cui sono disposto ad accettare la violenza che ne scaturirebbe.
Se veramente non provate dispiacere per le vittime di entrambi i popoli avete un problema da risolvere. E in alcuni casi ci si dovrebbe proprio vergognare: non è che siccome “ha cominciato quello”, l’altro può diventare un animale e vendicarsi indistintamente su tutti coloro che gli capitano a tiro, fine della storia.
Soprattutto della vostra se provate dispiacere a comando e la pietà dipende da un leader che non siate voi stessi.