UN MESE DI GUERRA

DI MICHELE PIRAS

 

Diecimila morti in un mese di guerra, quasi la metà bambini, la stragrande maggioranza civili.

E i nostri giornali che continuano a ignorare cosa sta accadendo a Gaza, l’assedio, il massacro e la pulizia etnica in corso nella Striscia.
– Israele che ordina a due milioni di persone di sfollare;
– Israele per cui non esistono zone sicure e colpisce gli sfollati;
– Israele che taglia la corrente e bombarda la città e i campi profughi al buio, che colpisce ospedali e scuole;
– Israele che persegue la distruzione totale della Striscia di Gaza, che parla di tunnel e rade al suolo interi quartieri, che usa proiettili al fosforo bianco;
– Israele che non si ferma davanti all’opposizione degli ebrei di mezzo Mondo, alle proteste di intellettuali e personalità della cultura, che ignora l’Onu, le flebili raccomandazioni degli Usa e degli Europei, le forti voci che si levano dall’Asia, dall’Africa, dall’America Latina e dai Paesi arabi, persino coloro che dall’interno chiedono pace e giustizia, per loro stessi e per i palestinesi;
– Israele che ha impedito per decenni la pace, che ha preteso per 56 anni solidarietà a prescindere e il silenzio sull’occupazione, sullo stillicidio umano in Cisgiordania, sui pogrom dei coloni, sulla quotidiana violazione dei diritti umani, della legge internazionale, delle risoluzioni e dei trattati;
– Israele che gioca il ruolo dell’eterna vittima mentre agisce come carnefice, che chiama democrazia uno regime di Apartheid nel quale esistono leggi che riservano diritti diversi a chi è ebrei e a chi non lo è, muri che separano le persone su base etnico religiosa, checkpoint che impediscono la libera circolazione interna, leggi di emergenza che riempiono le carceri di palestinesi e dissidenti sulla base del solo sospetto;
– Israele che con il pretesto di distruggere Hamas maschera i crimini di guerra e punisce un popolo intero.
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Un mese di guerra e la Comunità internazionale fatica ancora a prendere atto della catastrofe umana, del genocidio in atto, di un piano militare che si esaurirà solo quando a Gaza non ci sarà più nemmeno un solo palestinese.