DI CLAUDIO KHALED SER
Non le dimenticheremo mai., ma ci siamo abituati.
Quei corpi scomposti nella ricerca di una salvezza, trucidati dall’odio fanatico, al grido di “dio é grande” al Bataclan di Parigi, resteranno impresse nella nostra mente distratta, che ricorda solo a tratti di quanto l’uomo può essere folle e privo di ogni umanità.
Immagini che dovrebbero ricordarci quanto l’odio sia sempre una strada senza uscita, una sconfitta della ragione, una perdita totale di quei sentimenti che dovrebbero spingere l’uomo a convivere con i suoi simili.
Non c’é alcuna differenza tra il Bataclan e l’ospedale di Gaza, distrutto ed occupato dalla criminale violenza israeliana, non c’é differenza tra l’immagine dei corpi straziati in un mercato rionale, in un campo profughi o sulla strada della Corniche di Nizza.
Le immagini della strage in Piazza Fontana a Milano o della stazione di Bologna hanno sempre un comune denominatore : l’odio.
Lo stesso odio che ha guidato le bombe sull’Iraq, su Tripoli, e prima ancora sul Vietnam o sui Balcani o sul popolo sudanese.
L’odio che ci spinge a dividere gli uomini bianchi da quelli neri, i russi dagli ucraini o i cattolici dai protestanti, gli ebrei dagli islamici.
Non possiamo farne a meno.
E’ dentro di noi, ci ha diviso e continuerà a farlo.
Perché staremo sempre da una parte contro un’altra,
perché daremo ragione ad una violenza condannando l’altra, perché le vittime di una parte saranno “martiri” e quelle dell’altra parte solo inevitabili perdite umane.
Le immagini dell’odio ci scuotono per poco tempo, vengono sostituite da altre e alla fine, ci abituiamo a vederle, non ci sconvolgono più come prima, diventano “routine dell’orrore”.
Abbiamo imparato a convivere con l’odio.
E le immagini sono lì, pronte ad immortalare questo fetido abbraccio.
Non facciamo nulla per sottrarci a questo “sentimento”.
E sarà la nostra rovina.
Gli ebrei hanno dimenticato le immagini dei prigionieri di Auschwitz ed i giorni della memoria sono solo rituali processioni imposte più dalla storia che dall’anima.
Lo stesso odio che li ha resi vittime, li ha trasformati in carnefici.
C’é una solo arma che può eliminare l’odio, si chiama GIUSTIZIA.
E fino a quando noi negheremo agli altri i diritti che rivendichiamo per noi stessi, l’odio continuerà a fornirci immagini.
E fino a quando noi divideremo il mondo tra chi ha il diritto di starci e quelli che questo diritto non hanno, dovremo guardare le foto dell’odio.
E saranno quelle di corpi straziati nei mercati, quelle di cadaveri sulle spiagge, quelle di bambini che fuggono dall’orrore.
Immagini, solo immagini.
Che non ci hanno insegnato nulla.
Che difficilmente ci insegneranno qualcosa.