DI ALFREDO FACCHINI
Il romanzo che ho scritto (RADISOL) non è uno sbocco di nostalgia.
Di chi si sente un fossile di un mondo che non c’è più. Al contrario, mi sento orgogliosamente figlio di quegli Anni. Per questo l’ho scritto. E non ci sto quando si racconta quella Storia, solo come una Storia di ANNI DI PIOMBO.
Certo non sono mancati gli eccessi e gli abbagli. I lutti. Chi lo nega.
Peraltro in Italia si moriva di politica anche prima degli Anni ‘70. Tra il 1947 e il 1954, i morti in scontri di piazza furono 145, i feriti oltre 5000.
Come dimenticare nel luglio del 1960 i morti di Reggio Emilia e di Palermo. I caduti di Avola, Battipaglia, Barletta.
No, gli Anni ‘70 non sono stati solo ANNI DI PIOMBO.
Sono stati anche e soprattutto, come ha detto qualcuno, ANNI DI RAME: straordinari conduttori di energie. In quegli Anni si è sprigionata una voglia di trasformazione senza precedenti. Ad altissimo voltaggio. Quel propellente è stato capace di elettrificare una stagione di lotte e conquiste, come non si erano mai viste prima.
Non abbiamo lanciato solo sampietrini nello stagno.
Il lavoro è alienato, nocivo, malpagato. Le ”tute blu” strappano lo “Statuto dei lavoratori”. Anche il Movimento Femminista, alza la voce. Conquista tutele per le lavoratrici madri. Nascono gli asili nido pubblici e i consultori.
L’aborto, non è più reato. Con il divorzio, il matrimonio non è più un vincolo a vita. Corpo, sessualità, sentimenti, autocoscienza, differenza entrano a pieno titolo nel nuovo vocabolario civile.
La Sanità è finalmente di tutti, con il “Servizio sanitario nazionale”. Con la legge “Basaglia” i manicomi chiudono i battenti. Chi non vuole impugnare le armi dello Stato, con l’obiezione di coscienza non finisce più rinchiuso in un carcere militare.
E ancora.
Dalle università nasce un nuovo modo di fare il medico, l’architetto, l’urbanista, l’ingegnere, l’avvocato, il magistrato, l’insegnante, il docente universitario. Tutto viene messo in discussione: il principio di autorità, l’ordine costituito, la cultura ufficiale. Tutte le parole della politica – libertà, uguaglianza, democrazia, ecc. – vengono ridefinite. Il riformismo fasullo bocciato.
Quegli Anni sono stati anche ANNI AFFOLLATI. Strade, piazze, scuole, università, assemblee, consigli, circoli, comitati, collettivi, teatri, concerti, cineclub erano pieni di NOI. Si respirava lo stesso ossigeno. Era come se ci conoscessimo tutti. Avevamo lo stesso gruppo sanguigno.
Volevamo essere all’altezza dei nostri venti anni. Non solo ormoni, ma anche cuore e fegato. Sognavamo in grande. L’isola che non c’è. Ognuno con la propria Rivoluzione da fare.
Poi parecchie cose sono andate storte. Ma avevamo ragione. Su tutta la linea. Non ci eravamo sbagliati su di loro. Erano corrotti e pure assassini.
Per la paura hanno fatto saltare piazze, stazioni e treni.
Ci abbiamo provato. Non dobbiamo chiedere scusa a nessuno. Abbiamo perso. O forse ci siamo solo sparsi?
RADISOL, Il sogno della rivoluzione nell’Italia del 1978. Romanzo, Alfredo Facchini, Ed. Red Star Press
Il libro è ordinabile sulle piattaforme Feltrinelli, Amazon, Red Star Press, Libreria Universitaria, Mondadori, Rizzoli, Ibs
.