DI MARIO PIAZZA
Figlio di un milanese e di una napoletana che aveva subito adottato lo stile di vita lombardo, sono cresciuto con l’obbligo alla discrezione. Nella mia famiglia impicciarsi dei fatti degli altri era una specie di reato e persino quei piccoli pettegolezzi che si fanno a tavola venivano stroncati sul nascere dalle occhiate severe di mio padre.
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Anche a quelli come me, quelli del “buongiorno” in ascensore o poco più, può capitare di essere testimoni di qualche evento particolarmente drammatico dove la discrezione si trasforma da virtù in colpa grave. Ricordo una notte in cui mia moglie ed io fummo svegliati dalle grida provenienti dall’appartamento adiacente. Per qualche minuto ci osservammo l’un l’altra pensando a una furibonda lite familiare fino a quando non sentimmo una parola che nessuna persona civile può ignorare: Aiuto!
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Per una persona civile quella parola, da chiunque venga pronunciata, deve spazzare via qualsiasi discrezione, timidezza, viltà o disinteresse. Quella parola impone di agire per quanto possiamo e sappiamo, per questo in pochi secondi Bruna ed io ci ritrovammo in pigiama a bussare forsennatamente alla porta del vicino. Non potemmo fare molto purtroppo, il padre rantolava sul pavimento colpito da un infarto mentre il resto della famiglia, madre e due bambini piccoli e un cane, strepitavano nel panico. Mentre Bruna portava a casa nostra i bambini e il cane io non potei far altro che restare accanto al moribondo in attesa di un’ambulanza che arrivò troppo tardi.
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Ho ripensato a questo tragico episodio nel leggere le cronache del femminicidio di Fossò da cui apprendo che un testimone avrebbe visto l’assassino aggredire la vittima e sospingerla in macchina mentre lei chiedeva aiuto. Se fosse vero vorrei chiedere a quel testimone “E tu che cosa hai fatto?” Ti sei messo a gridare, hai chiamato la polizia, sei corso in strada oppure hai richiuso la finestra e sei tornato alle tue faccende pensando a un trascurabile litigio tra fidanzati?
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Sentendo la parola “Aiuto” non ci sono vie di mezzo, i fatti degli altri diventano fatti nostri e si può fare soltanto una cosa vincendo qualsiasi resistenza: Agire, muovere il culo! …E se si sarà trattato di un falso allarme avremo tutto il tempo di scusarci per l’indebita intromissione.
Foto da Dagospia