VERGOGNARSI, MA DI COSA?

DI GIANCARLO SELMI

Giancarlo Selmi

 

Che dire… della Ferragni mi importa il giusto, ovvero molto poco. Fino a due, tre anni fa non sapevo neppure chi fosse. Se mi avessero chiesto qualcosa su di lei, avrei risposto con un sontuoso boh. E, confesso, anche oggi, mentre sto scrivendo, avrei serie difficoltà a evidenziarne talenti e difetti. Francamente non so. Mi intriga il fatto che questa persona possa influenzare comportamenti, usi, gesta e perfino acquisti di milioni di persone. Non riesco a capirne i motivi. Frutti di stagione, forse. Di questa stagione piena di greggi e di pastori imperatori. Mi si dirà: è sempre stato così. Non sono d’accordo. Se mi è consentito, senza passare per un boomer nostalgico, i giovani di oggi sono molto più ignoranti e consumatori di quanto lo fossimo noi. Quindi: forse anche no.
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Una cosa è certa: Ferragni è un’azienda. Lo è diventata. Nella sua immagine pubblica, quella patinata e piena di pubblicità, di umano ha ben poco. Sarà umana in privato, certamente. Pertanto mi sembra strana, anche un poco eccessiva l’attenzione che le si sta dedicando. Perchè odiare o amare la Ferragni equivale ad amare o odiare la Barilla, la Nestlè o la Pasta del Capitano. Le richiedono etica. Una parola grande. La stessa etica non viene richiesta ai politici, per esempio. Abbiamo il parlamento pieno di gentaglia che con l’etica ha un rapporto quanto meno problematico, eppure… Tutti se ne fregano, non interessa a nessuno. Ma neppure si chiede etica alla Barilla, alla Nestlè o alla Pasta del Capitano. La Barilla ci ha avvelenati per anni con il glifosato, cosa è successo?
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Ha sbagliato, ok. Lo ha ammesso lei stessa. Ha sbagliato a mischiare marketing, business e aiuto. Ha mischiato vendite con sofferenza. Un errore tragico. Però: 50.000 euro in beneficienza sono stati donati e la grande responsabilità è da attribuire al cinismo della Balocco, ma alla Balocco nessuno reclama nulla. Donerà un milione di euro. Benissimo. Mi pare che molti altri ne abbia donati in passato e la cosa, da parte di chi oggi la attacca, non è stata evidenziata con la stessa passione dedicatale adesso. E, comunque, non mi pare che ci siano molti in Italia che brillino di generosità. Sicuramente non sono stati, nè sono altrettanto sensibili o generosi gli attuali detrattori. Tanto per dire: quanta beneficienza ha fatto nella sua dorata vita la signora Meloni? eppure di soldi ne ha guadagnati tanti, vero?
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Ma c’è da dire un’ultima cosa: è vergognoso che un presidente del consiglio in carica, con il solo intento di sviare l’attenzione dai problemi che sta causando al paese, attacchi in una maniera così violenta e becera un privato cittadino. E’ rivoltante che, invece di parlare del peggioramento della qualità di vita degli italiani e delle misure che intende adottare per migliorarla, se la prenda con Saviano e con la Ferragni. Nessuno dei due ha rubato nulla, anzi. Mentre gli oltre due miliardi tolti ai pensionati, ai cittadini, alla salute, al welfare, alle famiglie, per regalarli a un ipotetico costruttore di un immaginifico ponte, sono un vero e proprio furto fatto al paese. E di quale etica può parlare la presidento, di quella che le ha impedito di prelevare dalle banche una giusta tassa, ma non le ha impedito di gettare in mezzo a una strada centinaia di migliaia di famiglie italiane, o di azzerare il fondo per le non autosufficienze? Se dovessimo dare un voto alla cattiveria, la presidento uscirebbe con un bel 10.
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Dovrebbe vergognarsi lei, solo dopo, ma molto dopo, la Ferragni.