DI PIERO ORTECA
Dalla redazione di REMOCONTRO –
Tel Aviv ammette la strage di Al Maghazi: «Danni collaterali». Domenica le bombe avevano provocato più di 100 vittime. Raid ieri su Beit Lahiya e Rafah, altri 210 palestinesi uccisi. Mentre in Cisgiordania l’esplosione di violenze contro le comunità palestinesi appare senza limiti. 300 palestinesi uccisi dal 7 ottobre.
‘Din rodef’: la legge tradizionale dell’inseguitore, un «via libera all’uccisione extragiudiziale», o ‘dente per dente’ da scannatoio biblico. Identico «via libera» che i rabbini kahanisti misero sulla testa di Yitzhak Rabin dopo gli accordi di Oslo del 1993 con l’Olp. Sentenza eseguita.
L’ultradestra legata al partito del defunto rabbino Meir Kahane, in passato fuorilegge in Israele e oggi parte della coalizione di governo grazie a Potere ebraico del ministro Itamar Ben Gvir.
Israele in Cisgiordania viola i diritti umani, accusa l’Onu
L’ufficio dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti umani (OHCHR), lancia pesanti accuse al governo israeliano. In un rapporto, pubblicato ieri, critica il disprezzo verso il rispetto dei diritti umani nella Cisgiordania occupata e invita le autorità di Tel Aviv a porre fine alla violenza contro la popolazione palestinese. Secondo le Nazioni Unite, l’esecutivo “di guerra” guidato da Benjamin Netanyahu, si sarebbe reso responsabile di azioni lesive del diritto umanitario più elementare, oltreché di quello internazionale.
Detenzioni violente e di massa
L’OHCHR ha affermato «di aver registrato detenzioni arbitrarie di massa, detenzioni illegali e casi di tortura e altre forme di maltrattamento di detenuti palestinesi». Pare che poco meno di 5 mila palestinesi siano stati arrestati e detenuti nella Cisgiordania occupata, a partire dal 7 ottobre.
«Alcuni sono stati denudati, bendati e legati per lunghe ore con le manette e con le gambe legate – è scritto nel rapporto – mentre i soldati israeliani hanno pestato loro la testa e la schiena. Hanno ricevuto sputi e sono stati sbattuti contro i muri, minacciati, insultati, umiliati e, in alcuni casi, sottoposti ad abusi sessuali e violenza di genere».
Violenze di Stato, oltre il terrorismo
Una descrizione rabbrividente, che deve indignare le coscienze di qualsiasi cittadino del mondo, senza distinzione di bandiera. Ferma restando, a monte di tutto ciò, la condanna per le nefandezze commesse da Hamas. Ma qui stiamo parlando di uno Stato-nazione, Israele, e non di un gruppo terroristico. Cioè di una moderna democrazia industriale, multiculturale (e multietnica) che dovrebbe essere ‘inclusiva’ e che invece non lo è, per niente. Anzi, che dimostra di non avere nel suo Dna radici autenticamente libertarie.
Teocrazia biblica o democrazia?
Più teocrazia biblica, che democrazia illuminata, insomma. Il rapporto OHCHR afferma che 300 palestinesi sono stati uccisi in Cisgiordania, dal 7 ottobre. E che la maggior parte delle vittime è stata causata dall’intervento dell’IDF, nel corso delle operazioni delle forze di sicurezza israeliane. Durissima la sintesi del rapporto che viene fatta dall’Alto commissario per i Diritti umani, Volker Turk: «L’uso di mezzi e armi tattiche militari nei contesti delle forze dell’ordine, l’uso della forza non necessario o sproporzionato e l’applicazione di restrizioni di movimento ampie, arbitrarie e discriminatorie che colpiscono i palestinesi, sono estremamente preoccupanti».
Solo i fatti, ma oltre c’è di peggio
Naturalmente, Turk si ferma all’evidenza e non va oltre. Non tocca, cioè, le ipotesi fatte da diversi analisti che attribuiscono la deriva autoritaria e liberticida israeliana in Cisgiordania, a un preciso disegno. Quello della pericolosissima destra ultrareligiosa e nazionalista, fatta da personaggi come Itamar Ben-Gvir e Bezelel Smotrich, impegnati a obbligare i palestinesi della ‘Giudea e Samaria’ (la Cisgiordania in definizione biblica ebraica) ad andarsene. Con le buone o con le cattive.
Pulizia etnica
Proprio tenendo conto di questa ben nota politica di ‘pulizia etnica’, l’Alto commissario Turk, rivolgendosi direttamente al governo di Tel Aviv, ha scritto: «Chiedo a Israele di adottare misure immediate, chiare ed efficaci per porre fine alla violenza dei coloni contro la popolazione palestinese. Chiedo, inoltre, di indagare su tutti gli episodi di violenza da parte dei coloni e delle forze di sicurezza israeliane, per garantire un’efficace protezione delle comunità palestinesi».
New York Times
Durissimi anche i commenti che hanno accompagnato la pubblicazione, sul New York Times, di alcuni estratti del rapporto delle Nazioni Unite. Secondo la denuncia, ripresa dal quotidiano americano, «l’esercito israeliano è stato responsabile di 291 dei 300 morti accertati. La maggior parte delle vittime si è verificata in scontri durante le operazioni militari israeliane, che hanno utilizzato una forza sproporzionata e letale. Il crescente ricorso agli attacchi aerei ha anche provocato vittime civili». Il New York Times sottolinea, poi, la clamorosa svolta politica, avvenuta in Cisgiordania col governo Netanyahu, appoggiato dalle fazioni estremiste ultra ortodosse e nazionaliste. Una svolta che ha praticamente dato ai coloni più aggressivi e prepotenti ‘libertà di agire’ impunemente.
Le bande criminali dei coloni
Scrive il NYT: «Dal 7 ottobre al 20 novembre sono stati registrati 254 attacchi di coloni contro palestinesi, tra cui sparatorie, incendi di case, sradicamento di ulivi ed espulsioni forzate. Con oltre mille pastori costretti ad abbandonare le loro terre».
“L’Alto commissario dell’Onu per i Diritti umani, Volker Turk, ha concluso il suo rapporto affermando: «La disumanizzazione dei palestinesi che caratterizza molte delle azioni dei coloni è troppo inquietante. Israele deve fare qualcosa». Noi aggiungiamo che, forse, ‘il mondo deve fare qualcosa’, dato che Israele non fa abbastanza”.
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Un’inquadratura del video circolato sui social e geolocalizzato nello stadio di Gaza City dalla CNN, che lo pubblica sul suo sito.
Articolo di Piero Orteca, dalla redazione di
29 Dicembre 2023