DI MARINO BARTOLETTI
Sono fra i tantissimi che lo scorso anno gioì per la conquista dello scudetto da parte del Napoli: perché lo strameritò (sul piano del gioco e dell’organizzazione), perché l’”alternanza” è un sale prezioso per la salute di un movimento (quattro scudetti di squadre diverse in quattro anni), perché amo profondamente quella città e ciò che rappresenta. Per questo ora sono più incredulo che sgomento nell’assistere allo svaccamento totale di quello che – oltre che un traguardo bellissimo – poteva essere un meraviglioso punto di partenza (in quel passaggio che avevo definito di un quasi inatteso “nuovo politeismo”, successivo al magico “monoteismo” dell’epoca di Maradona).
L’ultimo, quasi sconvolgente episodio (che fa seguito ai disastri sul campo) è la reazione – personale e di fuoco – di Osimhen nei confronti di Mamuka Jugeli procuratore di Kvaratskhelia che in un’intervista si era permesso di mettere in dubbio la sua futura permanenza a Napoli malgrado il contratto appena siglato: “Victor ha firmato un nuovo contratto, ma pensate davvero che giocherà nel Napoli per tutta la sua carriera? Lo dico adesso, andrà a giocare in Arabia Saudita in estate” .Per poi aggiungere: «Khvicha non accetterebbe un trasferimento in Arabia nemmeno se gli offrissero un miliardo di euro. Probabilmente accetterebbe di giocare per il Real Madrid, il Bayern Monaco, il Barcellona o il Manchester City. Khvicha ha volontà ed obiettivi diversi…”
Diciamo che Victor non l’ha presa benissimo perché dalla Costa d’Avorio dove si trova per la Coppa d’Africa ha postato con le sue mani un sobrio messaggio che recita testualmente: “Caro Mamuka Jugeli, sei un pezzo di sporcizia e una vergogna. Sono imbarazzato dal tuo modo di ragionare. Testa di ca@@o! Tieni il mio nome fuori dalla tua bocca!”.
Ora, detto che le vittorie a volte sono più difficile da gestire delle sconfitte (soprattutto quando non c’è un’ “abitudine” consolidata), da dove si comincia a ricomporre una situazione del genere che vede di fatto l’uno contro l’altro due dei più grandi artefici del trionfo di un anno fa? Di che parlerà il povero Mazzarri negli spogliatoi? E soprattutto, vista – come dire – la precaria lucidità della dirigenza, che altro potrà ancora accadere in questa Caporetto che lascia tutti senza parole?
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