DI ANTONELLO TOMANELLI
Colpo di scena al torneo Juniores dell’Australian Open. La tennista ucraina 16enne Yelyzaveta Kotliar, sconfitta sul campo dalla coetanea russa Vlada Minchova, si è sportivamente diretta verso la rete per stringerle la mano, come prescrivono i regolamenti di ogni disciplina sportiva fin dai giochi di Olimpia del VII secolo Avanti Cristo.
Non l’avesse mai fatto. Ora la garbata tennista si trova stritolata tra l’incudine del padre e il martello azionato dal governo ucraino.
Il padre, intendo quello biologico, si è subito scusato: «Ha solo 16 anni. Non ha esperienza in competizioni importanti e non è stata in grado di controllare le sue emozioni. Ha compiuto un gesto automatico senza rendersi conto che l’avversaria era russa». Spettacolare. Non da meno la chiosa: «Non sto cercando scuse». Un grande, coraggioso genitore.
Ancor più spettacolare la dichiarazione di Matviy Bidnyi, ministro dello sport ucraino, rilasciata mantenendo una faccia seria: «La mia prima impressione è che i russi abbiano provocato la nostra atleta. Chiunque abbia partecipato a grandi tornei conosce quella tensione e sa che gli atleti possono diventare facili bersagli per le provocazioni. In ogni torneo i russi cercano di usare gli atleti ucraini per la propria propaganda».
Ma come la tennista ucraina possa essere stata provocata tanto da indurla al sovversivo gesto di stringere la mano alla collega russa, pare un mistero che nessuno riuscirà mai a svelare. Ma si sa, in certi ambienti la logica latita.
Prosegue il ministro: «Prima di commentare l’episodio e di prendere provvedimenti sull’onda dell’emotività, vogliamo capire le ragioni di un simile atto. Affinché le decisioni che prenderemo insieme alla federazione sportiva ucraina siano equilibrate, ascolteremo Yelyzaveta e i suoi genitori». Sì perché da quelle parti applicare sanzioni nei confronti di una persona senza prima ascoltarla pare essere la regola.
In Ucraina il mondo gira al contrario. Quello che per lo spirito olimpico è un gesto assolutamente doveroso e imprescindibile, per il governo di Kiev diventa un comportamento su cui addirittura avviare un procedimento disciplinare, se non qualcosa di più.
In un paese civile, per la minorenne Yelyzaveta si sarebbe aperta una procedura di adozione internazionale. Noi possiamo fare ben poco, se non tessere le lodi di questa giovane atleta e augurarle una folgorante carriera.