DI ANTONELLO TOMANELLI
Si diceva che solo un Sinner praticamente perfetto avrebbe potuto avere ragione su Djokovic. E così è stato. Ma va detto che la prestazione del campione serbo è stata al di sotto dei suoi standard abituali. Troppi gli errori. E troppo pochi i punti in risposta al servizio di Sinner, lui che è considerato il miglior risponditore al mondo.
Il match pareva doversi chiudere in meno di due ore, dopo che Sinner aveva rifilato un sonoro 6-1 6-2 al campione serbo, che nei primi due set incredibilmente non ha fatto nemmeno un ace. Ma come dice Panatta, il tennis è lo sport del Diavolo. E al terzo set ecco emergere alla lunga il numero uno, che costringe l’altoatesino, diventato improvvisamente impreciso, ad un estenuante tie break, alla fine aggiudicandoselo. Nella mente di Sinner incomincia ad aleggiare lo spettro della rimonta, cosa alla quale il serbo è peraltro abituatissimo.
Invece Sinner stringe i denti, cresce in precisione e costringe Djokovic a brusche accelerate, che finiscono per sfiancarlo. Sinner lo liquida con un netto 6-3 senza mai perdere il servizio.
Ora l’altoatesino attende di sapere chi affronterà domenica prossima nella Rod Laver Arena di Melbourne tra Zverev e Medvedev. Per lui si profila un’occasione a dir poco storica: aggiudicarsi da italiano il secondo torneo Slam dopo quello conquistato da Adriano Panatta a Parigi nel 1976.
Invece, per Djokovic sfuma la possibilità di portarsi a casa il suo 25° torneo Slam e di superare così anche l’australiana Margaret Smith Court. A maggio compirà 37 anni e dovrà confrontarsi con ragazzi che hanno 15-18 anni meno di lui, alcuni dei quali collocati nella top ten mondiale. Chissà, forse questa era la sua ultima occasione. Comunque sia, ha ben poco da recriminare. Perché resterà sempre il più grande tennista della Storia.