DA REDAZIONE
L’EDITORIALE di Gaetano Pedullà Direttore del giornale LA NOTIZIA
A chi serve Forza Italia
Lo vedremo il nove giugno, dopo le elezioni europee, se quella di ieri per i trent’anni di Forza Italia è stata una festa o il funerale.
Lo vedremo il nove giugno, dopo le elezioni europee, se quella di ieri per i trent’anni di Forza Italia è stata una festa o il funerale. Di sicuro l’età media delle prime file consiglierebbe qualche amuleto. Ma è stato tutto l’evento, con diretta tv Mediaset, a sapere di scontato e fuori dal tempo.
Tanto innovò, nel bene e nel male, Silvio Berlusconi, quanto è polveroso e già visto quello che gli segue, a partire dalla nomenclatura di un partito senza leader, se si fa eccezione per l’azienda lasciata dal de cuius. Sono i figli, infatti, il perno su cui si tiene in piedi la baracca, anche grazie al loro supporto finanziario. E non è un mistero che Pier Silvio pensi alla politica, con le reti di Cologno che hanno cominciato da un pezzo a costruirne l’immagine, infilandolo persino negli spot degli auguri di Natale.
Ma è evidente che l’eventuale scesa in campo del rampollo dipenderà molto dal risultato delle urne per Bruxelles. Nell’attesa resta monumentale il conflitto d’interessi di un concessionario pubblico che fattura miliardi grazie a un’autorizzazione a trasmettere pressoché gratuita (altro che i balneari!) e che fa politica. Un vulnus di cui quasi nessuno parla, perché il sistema di potere che abbiamo visto riunito ieri fa comodo alla destra e si è sempre accordato con la sinistra.
L’unico pericolo, per Lorsignori, è che la Meloni riesca dove neppure il Cavaliere aveva osato, prendendosi i pieni poteri col premierato. O, peggio, che tornino al governo gli unici che non gli devono niente: i 5 Stelle. In un caso o nell’altro, ai Berlusconi il partito serve. Così che la pacchia degli ultimi trent’anni continui.
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