E L’EGITTO STA A GUARDARE…

DI CLAUDIO KHALED SER

 

HAMAS non ha respinto nessuna “bozza di tregua” presentata dalla triade (Usa/Egitto/Qatar).
Semplicemente NON l’ha nemmeno presa in considerazione.
Prima di affrontare un discorso di tregua, le truppe sioniste devono cessare i combattimenti e liberare i territori palestinesi occupati.
Poi, si inizia a discutere, NON un attimo prima.
Poco importa, anzi é irrilevante, il rifiuto di Israele di respingere le indicazioni di HAMAS, definendole “deliranti”.
E’ tutto previsto, il “boia” non intende recedere dal suo progetto di cancellare la Palestina e costruire un farneticante “grande Israele” eliminando ogni traccia del Popolo Palestinese.
Credo che l’Egitto debba iniziare a preoccuparsi del problema “sfollati” che premono alle sue frontiere, soprattutto al valico di Rafah, preso di mira dai bombardamenti israeliani.
Sarà difficile fermare l’onda d’urto di 1.500.000 Persone che cercheranno di sfuggire alle bombe e ai raid dei carri armati.
Se si intensificheranno i bombardamenti, le Persone vorranno attraversare il confine nonostante la dura presa di posizione del Cairo che non vuole nemmeno un Palestinese sul suo territorio.
Per evitare tutto questo, l’Egitto dovrebbe incominciare a respingere le truppe sioniste anziché mettersi a scrivere inutili e sciocche bozze di accordo.
Deve farlo PRIMA che sia troppo tardi per trovare un rimedio, anche se questo significa allargare il conflitto in atto.
Non penso che si possa assistere ancora per molto a questo sterminio, senza prendere gli opportuni accorgimenti per evitare l’ennesima carneficina.