DI PAOLO DI MIZIO
Dalla rubrica LE LETTERE – Paolo Di Mizio dal giornale LA NOTIZIA
A volte guardando la tv mi arrabbio e la devo spegnere, specie se ci sono interventi di pseudo giornalisti. Ce n’è uno che due giorni fa con faccia tosta negava le stragi a Gaza: secondo lui era solo il diritto di Israele di difendersi. Non faccio il nome per non fargli pubblicità.
Anna Ruggeri
via email
Gentile lettrice,
fa bene a non citare il nome perché, condannandone uno, sembrerebbe assolvere gli altri. E invece sono tutti egualmente colpevoli di sfregio alla verità.
Non si fermano davanti agli orrori che vediamo ogni giorno nelle immagini dei corpi martoriati di bambini palestinesi (più di 13mila uccisi finora), ai cadaveri di neonati allineati sul pavimento in sacche di plastica bianca, a padri e madri disperati che abbracciano i loro figli ammazzati da Israele. Nulla desta un senso di umanità nei servi del potere.
È stata la guerra in Ucraina a far cadere la maschera delle nostre presunte democrazie e a mostrare che dietro si nascondeva il volto di un mostro: una dittatura del pensiero unico, controllata da un potere che è quasi riduttivo chiamare Grande Fratello, come lo definì la profezia di Orwell. Ma non è sorprendente che il potere cerchi di tagliare la testa alla libertà di pensiero: è più sorprendenti che così tanti si offrano prontamente nel ruolo di boia, per piaggeria o per lucrare vantaggi di carriera, senza scrupoli morali.
Oggi possiamo capire il fenomeno del conformismo e del consenso che circondò il regime fascista nel Ventennio e che è tipico di tutte le dittature, come ben descritte dai romanzi di Kafka. La nostra società in questi giorni vive esattamente in una bolla kafkiana.
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