ALLA FINE CI HANNO ABITUATO ANCHE ALLA GUERRA

DI PIERUIGI FERDINANDO PENNATI

P. F Pennati

C’è stato un tempo in cui l’Italia (e gli italiani) ripudiavano la guerra, poi sono arrivati gli atlantisti al potere e le cose sono cambiate, un anno fa i russi combattevano in Ucraina con le pale, oggi, forse con i nuovi modelli di pale a reazione, tornano ad avanzare ed a nulla è servita una controffensiva costata miliardi all’Europa, ma soprattutto moltissime vite umane tra i combattenti e la popolazione civile, ma ormai siamo abituati, Netanyahu uccide migliaia di innocenti per non riuscire a liberare pochi ostaggi e nel frattempo rade al suolo terreno edificabile per Israele e noi… zitti.

Secondo il Financial Times (mica Pippo e Topolino) oggi “Le vittorie russe minano la fiducia dei leader mondiali nelle prospettive di guerra dell’Ucraina” e vorrei bene vedere se non fosse così, “Statisti, diplomatici, ufficiali militari e spie riuniti in una conferenza sulla difesa questo fine settimana temono che la guerra stia pendendo a favore di Mosca”.

Ripeto bene: “temono che la guerra stia pendendo a favore di Mosca”… ma dai, ed io che credevo che le nostre ridicole sanzioni autolesioniste avessero già affamato tutta la popolazione russa!

Poi, dopo averci raccontato favolette per due anni scrivono “Dodici mesi fa, i delegati alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco esprimevano ottimismo sulle prospettive dell’Ucraina, mentre l’Occidente prometteva di sostenere Kiev nella sua guerra con la Russia “per tutto il tempo necessario”. Quest’anno, con il conflitto che pende a favore di Mosca e la fiducia nel sostegno occidentale in declino, l’ottimismo si è trasformato in un’incessante tristezza”.

Ma davvero questi sono politici esperti e strateghi militari?

Qualsiasi giocatore del Monopoli aveva già capito prima del conflitto che non era conveniente sfidare la Russia ad un confronto sul campo, ma i giocatori del monopoli non hanno la valigetta atomica come gli anziani al potere e quindi non contano nulla.

Ma proseguiamo con il Financial Times: “L’incontro di tre giorni a Monaco che si è concluso domenica è stato caratterizzato dal riconoscimento che temono che la guerra stia pendendo a favore di Mosca e che la retorica della solidarietà deve ora essere tradotta urgentemente in azione”.

Cosa, cosa? “temono che la guerra stia pendendo a favore di Mosca”?

Ma dove vivono questi, chi li informa, la guerra non è mai stata a favore dell’Ucraina ed oggi “temono” che sia a favore di Mosca?

E la soluzione è, udite, udite: “Non abbiamo bisogno di altre parole, abbiamo bisogno di decisioni”, Parole da Mette Frederiksen, primo ministro danese che aggiunge “L’Ucraina può vincere questa guerra solo con le armi. Le parole semplicemente non bastano”.

Ecco, su questo sono d’accordo, “le parole non bastano”, infatti ne sono state fatte tante sulla comunicazione ufficiale dei nostri governi e nessuna in un qualsiasi negoziato ed oggi, di fronte all’evidenza ed allo sfacelo della nostra politica, non sanno più cosa dire e le parole non bastano più per giustificare il loro stolto operato.

Manco a dirlo, in una conferenza così ottusa ed a senso unico, il Dimytro Kuleba, ministro degli Esteri ucraino osserva argutamente: “Vedo la volontà politica, ma la volontà politica deve tradursi in azione”.

Il problema è quale azione se le armi non sono bastate ed è ormai evidente non basteranno in futuro a meno che non si voglia l’autodistruzione con un vero conflitto atomico che perlomeno svelerà la realtà, in guerra non sono Russia ed Ucraina, ma Russia ed USA.

Il problema è che il dopo non vedrà più alcun conflitto e nemmeno più Russia ed USA ed il resto del mondo che vedrà solo (forse) sopravvissuti in condizione da cavernicoli.

Qui mi fermo per non farmi dare del putiniano parlando di quel Navalny morto in carcere, guarda caso poco prima di uno scambio di prigionieri con la Germania nell’interesse di Putin, ed assurto a santo solo per essere stato un oppositore politico di Putin, mentre la condanna la carcere era per frode e truffa ai danni di un’azienda di cosmetici e pieno di “peccatucci” politici in odore di nazismio e xenofobia…

Inoltre mi ricordo bene dell’altro santo bevitore oggi dimenticato, tale Boris Eltsin, che per essere stato il primo successore del dittatore Gorbaciov, poi insignito anche del Nobel alla pace, che in un primo tempo era magnificato dal regime americano e poi condannato all’oblio per aver ceduto il passo proprio a Putin.

Ma ora divago, tornando a noi, ci hanno farcito le notizie con tante e tali palle, come la guerra con le pale, che ormai o non crediamo più a nulla o non ci interessano più le notizie che non ci toccano direttamente, avete notato che da quando c’è il “problema” del premierato e del ponte sullo stretto non sbarcano più migranti?

Beh, fatevi delle domande qualche volta, ma non lasciate che siano i giornali a dare le risposte per voi, perché nel frattempo la gente muore per la sola utilità del potente di turno e non certo nel nostro interesse comune e/o comunitario.

La guerra è normalmente fatta da molte persone che non si conoscono e si uccidono in favore di poche persone che si conoscono e non si uccidono.

Oggi le armi più potenti sono le parole, producono solo danni se usate in propaganda e solo benefici se espresse nei negoziati.

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