DI MARUSKA ALBERTAZZI
Ve lo dico: non è facile.
Questa mattina ho chiamato la mia amica, quella della covid e dei fiori e le ho chiesto “come stai”. Aveva l’affanno, stava andando allo Spallanzani a fare dei test, non stava bene. Tremori, tachicardia, disturbi gastrointestinali, sintomi strani mai avuti prima. Insieme alla fame d’aria, alla fatica continua. La mia amica è uno di quei casi in cui la bestia ha colpito forte su un corpo giovane e sano. Uno di quei casi che pensiamo “rari” fino a quando non capita alla nostra amica eppure, anche in quel caso, non siamo così convinti, pensiamo sempre che ci sia qualcosa sotto. No, non c’è qualcosa sotto. La bestia è pazza e cattiva e colpisce come le pare, in preda a una furia illogica.
Non è facile.
Oggi ho parlato con un’altra amica. Il lavoro va male, se va avanti così non saprà cosa dare da mangiare ai suoi figli. Gli aiuti che dovevano arrivare non sono arrivati e comunque non bastano. Per lei sarebbe forse meglio rischiare il virus, giocare alla roulette russa, perché così non rischia, va di sicuro incontro alla rovina.
Non è facile per chi come me passa dal terrore immobilizzante al bisogno di continuare a muoversi perché sento che fermarsi equivale a morire. Ma ne sono davvero così sicura? Morire davvero è peggio di sicuro allora forse è meglio fermarsi. Non è facile. Conosco gli scherzi che giocano i cervelli difettosi e so che non sono meno pericolosi della bestia, per sé e per gli altri. E allora provo a restare ferma ma muovermi un po’, a tenermi la paura cercando di sorridere comunque, ad ascoltare senza pensare di avere la verità in tasca. Perché no, nessuno ce l’ha sul serio. Rispettiamo il dolore altrui e anche il nostro e non giudichiamoci. Non serve. Serve tenere mente e cuore aperti per capire. E la mascherina incollata alla faccia per proteggerci.
#siamopiufortinoi