DI MARIO PIAZZA
Più chiaro di così non poteva essere il presidente Mattarella nella breve lezione di diritto costituzionale impartita ieri, non solo all’ente mutualistico che stava ricevendo ma a tutto il Paese.
Finalmente l’ho capito anch’io: il Presidente firmando una legge non la approva, certifica soltanto che essa è stata prodotta e votata regolarmente dai due rami del Parlamento. Domanda: “Scusi, ma non lo hanno già fatto i presidenti di Camera e Senato?”
La lezione prosegue spiegando anche a me, povero ignorante che pensava al Presidente come al guardiano della Costituzione, che non è affatto così. Verificare la correttezza di una legge è compito della Corte Costituzionale che la esamina con calma dopo, a volte molto dopo, che è entrata in vigore. Il presidente della Repubblica non può fare nulla, neppure congelarne gli effetti in attesa della verifica perché se lo facesse invaderebbe i compiti di un altro organo dello stato trasformandosi in un sovrano.
Porca paletta, vuoi vedere che sono diventato monarchico? O ancora peggio, vuoi vedere che ha ragione la Meloni quando dice che il premierato non intaccherebbe i poteri del Presidente perché in realtà non c’è nessun potere da intaccare?
Qualcosa non mi torna, non perché io ne sappia più di Mattarella ma perché conservo la memoria di un presidente che senza violare i limiti costituzionali del suo mandato avrebbe preso metaforicamente a calci nel cu!o chiunque gli avesse presentato leggi come quelle che oggi Mattarella sta sottoscrivendo. Ah no, pardon… Come quelle di cui sta ri-certificando la correttezza formale per la promulgazione.
Insomma, sono proprio un cretino. Quello che credevo essere il Guardiano della Costituzione dopo aver ascoltato e riletto con attenzione la lezione di Mattarella mi appare ora come un vigile urbano che dirige il traffico senza neppure il fischietto, la paletta e il blocchetto delle contravvenzioni.