DI MARINO BARTOLETTI
Gabriella era un esemplare unico!
Quando volò via vent’anni fa – senza farci capire perché – Alda Merini le regalò questo pensiero: “Ora sei libera, finalmente!”
Sulla sua tomba al Verano c’è scritto: “Di notte i tuoi occhi brillavano più forte delle stelle, di giorno il tuo amore riscaldava più del sole”. E di “calore” (artistico e umano) Gabriella Ferri ce ne ha dato tantissimo. Per non parlare delle emozioni. Anche quando la sua arte si velava di malinconia. E lei, non per nulla, preferiva vestirsi da clown
Era apparsa nelle nostre vite (nostre di “non romani” voglio dire) nel posto più strano che si potesse immaginare: un quiz di Mike Bongiorno. Né si capì mai come fosse arrivata lì assieme a Luisa De Santis: aveva poco più di vent’anni. Bastò la “Società dei magnaccioni” ad aprirle le porte della celebrità: tanto per dire come sapesse trasformare in oro anche le cose più semplici.
Dopo quegli inizi sotto i riflettori, così lontani dalla sua cultura e dalla sue timidezze, diventò in breve una diva (altra parola che le farebbe venire l’orticaria, come la faceva venire ad Anna Magnani di cui ha certamente riproposto la selvaggia e romanissima umanità). Non si sa come finì anche a Sanremo, interpretando un gioiello (“Se tu ragazzo mio” in coppia con Steve Wonder che non c’entrava nulla con lei, anche se si impegnò tantissimo). Venne sbattuta fuori la prima sera: ma in qualche modo tutti si “accorsero” finalmente delle sue enormi e polideriche potenzialità
Il resto furono lampi e silenzi. Un talento irripetibile e infatti irripetuto. Popolare e altissima. Così bella da potersi anche permettere di non volerlo sembrare
Fellini, che la adorava, rimpianse per tutta la vita di non aver avuto fra le mani “un film tutto per lei”.
Di lei il grande Raffaele Cutolo, autore di “Dove sta Zazà” scritta nel 1944 fece in tempo a dire: “Dopo quarant’anni ho trovato l’interprete che avevo sempre sognato”.
Gabriella sapeva rendere spensierata persino la tristezza. Ma, purtroppo, anche malinconica la felicità.
Aveva “ringraziato” la vita cantandola: ma la vita, con lei, avrebbe potuto fare di meglio
Ci manca, certo: ma, scrivendone, mi accorgo che non se n’è mai andata da chi l’ha amata veramente.
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