IL NON-VOTO

DI PAOLO DI MIZIO

 

Sento molti amici dire che alle europee non andranno a votare, perché non si identificano in nessuno dei partiti in lizza.
Ecco una breve riflessione sui vantaggi o sugli svantaggi di non andare a votare.
Vorrei che fosse chiaro a tutti che il non-voto è un FAVORE che si fa alle camarille organizzate. Perché meno gente va a votare, più alta ARTIFICIOSAMENTE diventa la percentuale dei voti percepiti dai singoli partiti e quindi anche la loro “rappresentatività”.
Per esempio, la Meloni ha preso il 26% alle ultime elezioni, ma il 50% circa della popolazione non ha votato. Se questo 50% fosse andato a votare annullando le schede, la Meloni sarebbe risultata vincitrice con il 13%. Il Pd avrebbe avuto il 9%, la Lega il 4,5%, ecc. e tutti avrebbero visto che quei partiti non rappresentano altro che delle minoranze nel paese.
In conclusione, io sconsiglio fortemente il non-voto.
Se non si vuole legittimare alcun partito, è molto meglio andare a votare e invalidare la scheda. Insomma, la cosa migliore da fare, se non si vuole votare per nessuno, è andare al seggio, prendere la scheda, annullarla in cabina con segnacci o parole scritte sui simboli e poi infilare la scheda nell’urna.
Questo sì che è uno sgarbo ai partiti, altro che il non-voto.
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Paolo Di Mizio