DI PIERO ORTECA
Dalla redazione di REMOCONTRO –
Le cose in Ucraina vanno di male in peggio. E la BBC, il prestigioso network televisivo britannico cerca di capire il perché, andando a fare giornalismo d’inchiesta ‘al fronte’. Spedisce i suoi corrispondenti in prima linea, sotto il fuoco incrociato dei cecchini e li fa parlare con ufficiali e soldati. Giornalismo d’assalto, che non ha nulla a che vedere con le rimasticate notizia d’agenzia che molti giornali ci propongono tutte le mattine.
Giornalismo d’assalto in prima linea
Putin, fiutato il vento impetuoso della crisi mediorientale, che sta squassando l’America e l’Occidente, coglie l’attimo. E attacca. Lo fa in un preciso settore del fronte, nell’area di Kharkiv, ottenendo risultati insperati, nel giro di una settimana. Villaggio dopo villaggio, i piccoli centri cadono a uno a uno, mentre il capoluogo viene sottoposto a furiosi bombardamenti. Secondo l’ISW (l’Istituto per lo Studio della Guerra) di Washington, l’obiettivo di Mosca potrebbe essere quello di costringere l’esercito ucraino a richiamare le sue riserve dal Donbass. Sguarnendo quel fronte e consentendo ai russi di avanzare verso ovest sud-ovest. Quella contro Kharkiv, insomma, sarebbe solo una ‘finta’, dato che i rilevamenti satellitari indicano una presenza di truppe insufficiente a sostenere l’eventuale conquista di quella città. Sono state segnalate, infatti, unità schierate per un totale di circa 50 mila soldati.
Le “linee di difesa” scomparse
Piuttosto, quello che stupisce gli analisti è la facilità con la quale sono avanzati i russi. Jonathan Beale, corrispondente di guerra della BBC, ha intervistato un ufficiale comandante di un Gruppo speciale da ricognizione ucraino. I suoi chiarimenti (ma sarebbe meglio dire il suo sfogo) sono, allo stesso tempo, indicativi e frustranti. “Non esisteva una prima linea di difesa. L’abbiamo visto – dice – i russi sono entrati semplicemente, senza campi minati”. La BBC poi rivela i contenuti filmati di un drone, mostratogli dall’ufficiale ucraino, dove si possono vedere le truppe russe che attraversano tranquillamente il confine senza essere disturbate.
Eppure, lì avrebbero dovuto esserci opere di difesa ben costruite, “realizzate a costi enormi” secondo il militare di Kiev. Ma non c’era niente. “O si è trattato di un atto di negligenza – conclude amaro – o di corruzione. Non è stato un fallimento. È stato un tradimento”.
Errori, corruzione e tradimento
Un errore di calcolo grave, quello commesso dagli americani. Perché, anche se nessuno lo dice apertamente, le strategie di difesa ucraine vengono elaborate sotto la supervisione del Pentagono. E, non a caso, proprio la BBC scrive che “tutti sapevano che probabilmente questa incursione russa sarebbe avvenuta. Sia l’Intelligence ucraina che quella occidentale sapevano che la Russia stava ammassando forze oltre il confine”. Ma si è scelto di non intervenire, perché non si poteva azzardare lo spostamento di ulteriori riserve dal fronte di Donetsk. Già in quell’area, dopo la presa di Avdiivka le truppe russe stanno adottando la “tattica del carciofo”: inglobano i villaggi più piccoli uno a uno, fino a chiudere le linee di rifornimento dei centri più grandi. Per poi soffocarli. Non hanno né problemi di uomini e nemmeno di proiettili. La BBC dice che l’esercito di Zelensky riesce a sparare una cannonata, per ogni 10 che ne sparano i russi. Inoltre, l’assoluto dominio dei cieli, da parte di Mosca, le consente di utilizzare una nuova arma, la “bomba planante”, capace di colpire bersagli anche molto lontani con letale precisione.
La “bomba planante” e il colpo finale
Ma, in definitiva, che piega hanno preso gli avvenimenti in Ucraina? Le linee di difesa, dopo mesi di pressione e di martellanti bombardamenti, sono forse vicine al collasso? Certo, tutti gli analisti pensano che questo sia il momento più difficile della guerra per Kiev. E non è solo una questione di rifornimenti bellici o di assistenza finanziaria. La strategia americana, lungamente studiata al Pentagono, era quella di “cronicizzare la guerra” per dissanguare la Russia. Tutto questo, naturalmente, grazie soprattutto alle sanzioni economiche adottate in più pacchetti e in modo sempre più stringente e selettivo.
“Non è stato, però, calcolato che altre crisi planetarie avrebbero potuto distogliere attenzione e risorse dall’Ucraina. Come poi in effetti è avvenuto. E, inoltre, non si è pensato che una “guerra di logoramento”, alla fine logora tutti. A cominciare dalle grandi democrazie, che hanno un’opinione pubblica capace di mandare a casa i loro “logorati” governi”.
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Articolo di Piero Orteca, dalla redazione di
13 Maggio 2024