DI LEONARDO CECCHI
Che simpatica la nostra Ministra del Lavoro Calderone (già, esiste anche se non la conoscete) che ieri ha detto che il salario minimo non serve perché “bisogna guardare a un mercato che è molto dinamico”.
Se vi state chiedendo cosa intenda per “dinamico”, la risposta è a metà tra una supercazzola e quella che diede la Sora Lella e Verdone sui buoni della farmacia.
La risposta vera, invece, è che dinamico vuol dire che c’è chi percepisce 3 euro l’ora e chi guadagna 649 volte il salario di un operaio (non è una cifra a caso: il top management in Italia guadagna così).
Vuol dire che ci sono aziende che se dovessero iniziare a pagare dignitosamente la gente fallirebbero dopo un trimestre, perché basate su un modello economico piratesco, fondato sulla rapina e lo sfruttamento. Ma vuole anche dire che in Italia i salari non crescono dagli anni Novanta. E no, questo non è accaduto “per colpa dell’inflazione”, come ha detto Calderone, che mente sapendo di mentire. Perché fino al 2022 l’inflazione è rimasta sotto controllo, ma i salari sono rimasti fermi.
Questi signori e queste signore sono lì per difendere i privilegi di pochi a danno dei molti.
Il paradosso è che tanti di quei molti, gente i cui salari si impilano l’uno sull’altro per raggiungere quel “649 volte” di un top manager, li votano pure convinti di fare la cosa giusta.
Aprite gli occhi: questa gente vi prende per il naso. Dinamicamente.
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Leonardo Cecchi