DI MARIO PIAZZA
Dovremmo andare a votare per decidere quale sarà il futuro dell’Europa, per eleggere chi sceglierà la via da seguire su temi esiziali come la guerra, l’economia, l’ambiente, l’immigrazione.
Robetta di cui pare importi (Bocchino dixit) soltanto ai “circoletti radical chic della sinistra”, sarà per questo che il governo dopo aver sequestrato la campagna elettorale col trucchetto delle comunicazioni istituzionali l’ha svuotata di qualsiasi contenuto europeo per trasformarla in un circo Togni con saltimbanchi, pagliacci e illusionisti del calibro di Vannacci, Borghi o Lollobrigida.
Una mossa intelligente per chi non ha nulla da dire ma quel nulla ha imparato a dirlo nel modo giusto per attrarre un largo pubblico di ignoranti e sprovveduti, ma non bastava perchè confusi tra i giornalisti appecorati resistevano pochi eroi che avrebbero tanto voluto porre le domande giuste alla Meloni e ai suoi lacchè.
Che fare? La soluzione puzza di fascismo lontano un miglio ma non si poteva fare altrimenti. Cancellare le conferenze stampa e sostituirle con suadenti videoclip, minare la reputazione di chi osava insistere e se proprio era impossibile licenziarlo o intimidirlo con denunce e querele.
Il risultato eccolo qua, andremo a votare senza sapere una mazza degli schieramenti europei. Per mesi ci siamo accapigliati e anche divertiti grazie alle prodezze dei clown nazionali ma il nostro voto avrà poco o nulla a che vedere con le ragioni per cui ci viene richiesto. Per fortuna contiamo poco e non sarà la fine del mondo ma, per favore, non chiamiamola democrazia.
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Mario Piazza