“Patrioti” allergici al tricolore sul quale poi giurano

DI GIANCARLO SELMI

Giancarlo Selmi

 

A chi diceva che il fascismo non sarebbe tornato e che non costituisse più alcun pericolo, raccomandiamo di vedere le immagini della brutale e vile aggressione attuata ieri, nell’aula della Camera dei Deputati, ai danni di un parlamentare eletto, l’On. Leonardo Donno.
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A chi dichiara di essere un patriota e di presiedere un governo di patrioti, rispondiamo con l’atteggiamento di repulsione palesato da un autorevole esponente di quel governo, tal Calderoli, quando Leonardo Donno gli ha avvicinato la bandiera italiana. Un gesto da “vade retro Satana”, come se la bandiera fosse qualcosa di infetto. Atteggiamento confermato dalle parole dette, successivamente all’accaduto, dallo stesso Calderoli e da vari esponenti della destra. Quindi dai presunti patrioti, che hanno giudicato l’avvicinare al leghista il tricolore, “una provocazione”.
Straordinario esempio di “patriottismo”.
Due parole vanno dedicate anche a quelli che stanno attaccando Giuseppe Conte.
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Soprattutto a quel Di Maio che va indicato come il maggior artefice del tentativo di “movimenticidio” e partecipe, molto probabilmente, al “conticidio”. Operazioni che gli sono valse la nomina a un incarico lautamente pagato e molto superiore alle sue discutibili capacità. Nomina gestita e imposta da Draghi e che pare essere, evidentemente, il corrispettivo delle citate “prestazioni”. Dopo la trombatura delle urne
Accompagnato da possessori di equivalente patente etica. Tipo qualche commentatore da social che, ancora deluso da elezioni non avvenute e mancati incarichi nella comunicazione del Movimento, forse da qualcuno promessi, non trova di meglio da fare che attaccare il Presidente Conte con un “pippone” francamente noioso, autoreferenziale e di difficile lettura. Un pippone che comincia e prosegue con “vi avevo detto tutto, avevo capito tutto, non avete fatto ciò che consigliavo”. Dove il “ciò che consigliava” è tutto incluso in un proditorio (e anche di cattivo gusto) attacco al Presidente.
Vige la regola del “sono buoni e giusti quelli che mi facilitano o fanno quello che voglio io”. Regola che anima l’agire di vecchi e nuovi presunti pentastellati. Ma che non alberga nei valori e nelle idee di quelli che, pentastellati, lo sono veramente.
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Giancarlo Selmi