Giorgia Meloni e la bugia di scrivere a se stessa

Di Ferdinando Tripodi


Siamo arrivati al punto di dover mettere sotto scorta una donna di 89 anni, Liliana Segre, che è sopravvissuta all’abominio dei lager nazisti, perché è in pericolo di vita.

Non mi si chieda perché mi vergogno profondamente di far parte di questa Italia.
Di questa generazione.
Di una certa politica di cui ne fa parte anche l’attuale Presidente del Consiglio.

Giorgia Meloni ha richiamato i “suoi” a cacciare dal suo partito i “nostalgici”.
Peccato che nessuno in questi giorni è stato espulso da Fratelli d’Italia.
Nessuno.

Allora ci dovrebbe dire, la Meloni, perché i “suoi” non hanno obbedito?
Eppure quelle immagini l’abbiamo visto tutti.
Ragazzi di gioventù nazionale che inneggiavano ad un passato mostruoso.

Per non parlare del Sindaco di Latina che non ha ancora il coraggio di dire apertamente di essere anti fascista.

Allora bisognerebbe dirlo al Presidente del Consiglio che la democrazia non è optional e che se oggi anche Lei può sedere dove siede, è grazie a chi ha combattuto con lacrime e sangue per rendere l’Italia un Paese Libero, Democratico, anti fascista.