DI GIOACCHINO MUSUMECI
Mentre Meloni deve pensare a come spiegare ai cittadini perché ha deciso di investire 10 miliardi l’anno nel settore bellico per 10 anni e così portare gli investimenti al 2% del Pil, sottraendo ingenti risorse ai settori pubblici già penalizzati dai13 miliardi aggiuntivi per il patto di stabilità, potete leggere dichiarazioni entusiastiche in foto pubblicate sui canali social ufficiali di FDI: il governo aumenta gli stipendi delle forze dell’ordine, “sempre dalla loro parte, sempre al fianco di chi quotidianamente lavora per la difesa di tutti noi”. Una figata!
Purtroppo però il governo non quantifica l’impegno a favore di chi tutela la sicurezza dei cittadini (ciò al netto di Cicalone ubiquo risolutore del crimine nelle metropolitane della capitale che il ministro dell’interno ignora in toto).
Intanto gli aumenti strombazzati sono previsti dal 01/01/2025 salvo complicazioni…E mi punge vaghezza che da qui al nuovo anno le complicazioni non mancheranno. A parte questo l’entità degli aumenti lascia senza respiro. Una pioggia di denari lordi: mediamente 190 euro l’anno ovvero 52 centesimi giornalieri. Si va dai 172 euro lordi l’anno (47 centesimi giornalieri) per i dipendenti dell’esercito ai 194 lordi annui (53 centesimi giornalieri) per la guardia di Finanza. Ciò secondo il sottosegretario alla presidenza del consiglio Alfredo Mantovano.
Tutto questo mentre la riforma della giustizia di Nordio, ovvero un manifesto di impunità per funzionari corrotti a cui sommare una stretta su intercettazioni e limitazioni all’informazione, diventa legge.
Ancora una volta Meloni mantiene la promesse di trattarci da cogli*ni. Governo sempre dalla parte dei furbi che le forze dell’ordine entusiaste combatteranno a piedi con l’aumento di 50 centesimi lordi in busta paga. I magistrati nel frattempo, rei di aver reso la giustizia malata, lavoreranno senza Pc e stampanti come il presidente della ANM Giuseppe Santalucia alla Corte di Cassazione. Portatevi i tablet da casa!
In foto il presidente Meloni strafatta.
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Gioacchino Musumeci
