DI PIERO GURRIERI
Ti ammazzarono il 5 settembre 2010 mentre tornavi a casa la sera.
Ti ammazzarono per il tuo impegno per la legalità e per la buona politica, per il tuo stare con gli onesti, contro la camorra e i camorristi, quelli delle bande e quelli in abiti eleganti e colletti bianchi.
Ti ammazzarono, e per 12 anni la Tua morte rimase avvolta nel mistero, e insinuarono che Tu stessi dalla parte sbagliata. I Tuoi assassini non si accontentarono di averTi ucciso. Diffamarono anche la Tua memoria.
Invece Tu, Sindaco Angelo Vassallo, eri un uomo limpido, e onesto. Tanto che stamane 9 persone – tra cui due Carabinieri – sono stati finalmente posti sotto inchiesta. Mandanti, e esecutori. Tu, Angelo, avevi deciso di denunciarli. Loro e i loro traffici criminali.
Ho scritto di Te da anni perché mai ho avuto dubbi. E stasera sono felice di ricordarTi con le parole, commoventi e bellissime, che Ti dedicò Giuseppe Ruggero, Tuo amico:
Eri per tutti il “sindaco pescatore” e non solo perché amavi andare in mare, ma perché da sempre era il tuo lavoro, la tua passione.
Mi raccontavi che navigavi e pescavi sin da quando avevi i pantaloni corti.
E sempre ad Acciaroli. Una piccola località di mare del Cilento che con Pioppi fa parte del comune di Pollica.
Il tuo rifugio.
La tua casa.
La tua famiglia.
La tua comunità, da Te amministrata con cura e passione.
I tuoi occhi si illuminavano quando mi parlavi del tuo mare, dei pescherecci che all’alba ritornavano al porto e dove tu spesso li aspettavi per salutare i pescatori e commentare con loro l’uscita.
Eri felice perché con il tuo gozzo eri ritornato a navigare e pescare.
Eri umile ma orgoglioso di aver regalato alla tua comunità tanti premi per la qualità ambientale.
La tua ultima scommessa era la realizzazione del porto. Una mareggiata lo aveva distrutto. Non ti eri abbattuto e avevi ricominciato da capo. Ricostruito sempre nel rispetto dell’ambiente.
L’ultima volta prima dell’estate ci eravamo fatti una promessa. Una bella cena a base di pesce nella tua Acciaroli. E anche questa volta non sono riuscito a mantenerla. E non potrò riparare.
Sette colpi di pistola hanno ammazzato un sogno. Non riesco ad immaginare il perché. Mai avrei immaginato che una violenza così forte, così cattiva poteva colpire la piccola comunità di Acciaroli e l’intero Cilento.
In una Italia narcotizzata, egoista e che non sa più ascoltare, tu camminavi nelle stradine del paese, incontravi e ascoltavi gli anziani, i turisti. Avevi realizzato una vera comunità, orgogliosa e passionale. Chi ti ha conosciuto sa che non facevi sconti a nessuno. Eri un vero paladino della legalità e della verità. Ma sempre in silenzio e senza clamore.
Ciao Angelo sindaco pescatore che ti piaceva sognare. Ma in Campania è difficile anche sognare. “Chi sogna, muore.”
Fatele leggere, queste parole, ai vostri figli.
Perché crescano nel ricordo di un Uomo giusto. Come ha detto oggi Giuseppe Conte – l’unico politico che ieri lo ha ricordato – “continuiamo a difendere i suoi valori e il suo esempio, per la verità”.
A Te, Angelo. Per Te
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