Politica o gossip?

DI MARIO PIAZZA

Mario Piazza

 

Non ho nulla contro le riviste che vivono di scandaletti quasi sempre inventati e di foto rubate spesso col consenso delle vittime. A modo loro sono un genere letterario che ha scelto di vivere sui tavolinetti di parrucchieri e ambulatori, luoghi fastidiosi dove qualsiasi schifezza può andarci bene per diluire l’attesa.
Mi domando invece chi possa comprare in edicola quel tipo di mercanzia che ha accompagnato l’Italietta attraverso i decenni ma già so rimarrà un mistero che mi accompagnerà fino alla tomba.
Non è questo il punto e alla fine chissenefrega, ma che il Presidente del Consiglio possa scegliere una rivista di gossip per rilasciare una delle sue interviste, tanto rare quanto fasulle, la dice lunga sia sulla qualità di chi ci governa che sulle risorse culturali del suo elettorato di riferimento.
Se temi più del colera i giornalisti della stampa seria, roba complicata come Avvenire, Internazionale o magari Limes, e invece hai bisogno di obbedienti chierichetti che ti consentano di celebrare qualsiasi minchiata e di promuovere a pieni voti il tuo operato senza risponderti con domande difficili abbiamo un problema grave. Per chi ha un po’ di sale in zucca la tua intervista equivale a una confessione di mediocrità, di fiaschi e della tua intenzione di continuare a prendere per il sedere il tuo elettorato.
Parafrasando il vecchio proverbio potremmo dire “Dimmi da chi ti fai intervistare e ti dirò chi sei”.
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Mario Piazza