La differenza

DI ORSO GRIGIO

REDAZIONE

 

Apprezzo molto la recente denuncia di Schlein relativa alla presenza della fiamma tricolore nel simbolo di FdI. Quel simbolo è un residuo tossico del vecchio MSI e perciò la rabbia è giusta e motivata. Come apprezzo l’indignazione per qualsiasi altro manifestarsi di quel mondo malato.
Bene. Brava. 7+
Tutto giusto, ma non serve a niente.
E di certo non basta.
C’è una cosa che bisogna capire una volta per tutte.
Il partito di Meloni discende da quello di Almirante, per l’appunto Giorgio, a chiara matrice fascista, e lo peggiora perfino perché quelli che ci sono dentro oggi non sono nemmeno paragonabili a chi c’era allora, per competenze e spessore politico (decadimento che vale per tutti i partiti, peraltro). Parlo di qualità “tecniche”, naturalmente, e non certo di idee: terribili allora e più che altro cialtronesche oggi.
Perciò il vero problema non sono la fiamma nel simbolo o le adunate con relativo saluto romano di qualche gruppo di scalmanati. Se e quando certi simboli e/o manifestazioni infrangono la legge, che in questo senso sarebbe anche piuttosto chiara, la si applichi e punto, con la speranza che chi deve farlo non sia troppo al guinzaglio del regime.
Per il resto il partito è quello, le teste sono quelle e hanno dentro quelle idee, e non è spegnendogli la fiamma o mozzandogli simbolicamente il braccio o ancora invitando certi leader a confessare di essere fascisti che le cose cambierebbero: gli elettori lo voterebbero lo stesso, perché è esattamente quello che vogliono.
Lo aspettavano, un partito così, e lo voterebbero di più.
C’è come il sospetto (si fa per dire, per me è certezza) che certi titillamenti cerebrali (leggasi seghe mentali) servano a qualche trombone sfiatato per suonare ancora due note di popolarità e a certi politici per nasconderci dentro un vuoto programmatico imbarazzante e distogliere le attenzioni dal problema vero. Le nostre, attenzioni, ma anche le loro onde evitare, buttandola un po’ in caciara, di dover ritrovare una qualche identità volutamente perduta.
E qui, se siete stati attenti, mi chiederete quale sarebbe il problema vero.
E io ve lo dico, figuratevi: mi pagano apposta per fare polemica.
Però come sempre vi chiedo di contestarmi nel merito, di dirmi dove sbaglio, acciocché perfino io possa diventare migliore.
Ci tengo.
Il problema vero sarebbe che lor signori e lordame che stanno sfracellando il paese dobbiamo batterli, non cambiarli e nemmeno redimerli.
Non siamo né apostoli né missionari e quello dei messia depositari della verità è un ruolo abusato che non si addice più a nessuno e comunque sarebbe complicato da gestire.
Loro sono chi sono, è chiaro, e qualcuno lo è perfino in buona fede. Si tratta però di capire chi siamo noi, o cosa siamo diventati, e cosa vogliamo davvero.
Si tratta di vedere la differenza.
Sto usando il “noi” per enunciare meglio il teorema e rendere più scorrevole il testo, ma è evidente che quello che dico riguarda soprattutto il pd, dal quale peraltro io sono lontano come Tamberi dalla riservatezza, e la linea politica che Schlein vuole (o non vuole) dargli.
E allora, a costo di rovinarvi la piacevolezza della lettura, mi rivolgerò direttamente alla segretaria e a certi capidiavolo che quel partito lo gestiscono come peggio non si potrebbe.
Qui, cari suddetti, servono la passione e il coraggio di scelte e programmi che vadano incontro ai bisogni delle persone, a cominciare da quelle più fragili.
Le persone, e non i vostri cazzi, gli equilibri interni, le banche per farvi alzare gli interessi sul conto, i grossi gruppi finanziari o i diktat del padrone americano.
Si tratta di fare quello che accusate assurdamente la destra di non fare, per l’appunto.
Assurdamente, perché sono scelte che non le appartengono e che il suo elettorato non vuole.
Appartengono alla sinistra, perché al di là delle cazzate confuse di chi predica il superamento delle ideologie, quelle ideologie esistono e la differenza fra destra e sinistra c’è sempre stata.
E ci sarà ancora, perché è nelle cose, nel modo di viverle e di sentirle, nello schierarsi con gli ultimi, dalla parte dei diritti invece che dei privilegi.
E’ nelle scelte, appunto.
Si tratta di capire se ne fate parte, di quella sinistra, e se siete disposti a farla, la differenza.
Perché le scelte che servono non le avete fatte nemmeno voi, e l’occasione l’avreste avuta. E più di una volta.
Reddito minimo, equità fiscale, lotta all’evasione, riforma Rai, legge elettorale, diritti civili (la legge Zan venne boicottata per buona parte da voi stessi) sono solo alcuni esempi a caso di cose che nei governi che avete sostenuto non avete imposto di fare e in quelli che avete presieduto non avete fatto.
Ogni volta c’era la scusa di qualche altra priorità.
Ca*zo! Sono queste, le priorità!
Lei in questo sfacelo non ha colpe di certo, ma l’eco di certe cazzate sarà di sicuro arrivata anche fra le margheritine delle verdi vallate svizzere.
E poi c’è il peggio, perché c’è sempre il peggio quando si parla del pd, ed è che con la venuta del fenomeno di Rignano codesto partito ha pure smantellato buona parte delle cose buone costate lacrime, sudore e sangue a quelli prima di noi. Acciocché non si avesse a dire che dentro il pd c’erano ancora scorie di sinistra, convinzione questa che ormai non avrebbe più nemmeno Berlusconi.
La differenza che serve, e che gli elettori hanno il diritto di chiedere, si è dissolta in questo continuo degrado e oggi, nei fatti, non si vede. Proprio per niente.
Quelle praterie immense che ci sono a sinistra dove pascolare e crescere continuo a vederle deserte.
Io la seguo, la ascolto, ma vedo solo fumo, vacuità, falsi sorrisi inutilmente rassicuranti; sento chiacchiere, proclami dove dentro si aprono troppe parentesi e in nessuna ci trovo niente di rilevante.
Perdere per perdere, esimia e gaudente segretaria, almeno farlo in piedi, coerentemente con quello che lei dice di essere e di pensare. Soprattutto diceva, prima che la scegliessero.
Altrimenti sarebbe come se uno si dichiarasse a favore della pace, ne facesse la sua bandiera e il suo credo, e poi votasse per inviare armi a paesi in guerra e tacesse su qualsiasi porcheria legata a quel commercio di morte, evitando perfino di denunciare che il nostro è ormai un paese in guerra.
O, ancora peggio, sarebbe come allearsi di nuovo con chi il pd l’ha sputtanato totalmente, come a lasciargli finire il lavoro.
E poi, se proprio vogliamo usare la metafora del calcio, il gol che Renzi le ha fatto segnare in quella stracacchio di partita è stato annullato per fuorigioco.
Doveva capirlo che era tutta una truffa.
Ho sempre pensato che per interessarsi ai problemi delle persone e provare a risolverli, quei problemi occorra conoscerli, viverli sulla propria pelle. Oppure essere statisti di un livello che non c’è più.
Lei è una donna fortunata, certi bisogni non li ha e ha pure tre cittadinanze e due spicci che le permetterebbero di andare dove vuole qualora l’aria qui diventasse mefitica.
Noi però siamo a malapena italiani, non abbiamo uno per fare due e ci toccherebbe respirarla tutta, quell’aria di merda.
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Orso Grigio