Zuppa o pan bagnato?

DI ORSO GRIGIO

REDAZIONE

 

Leggo di critiche nei confronti di Conte perché non si schiererebbe decisamente a favore di Kamala Harris.
In lui è comprensibile una certa diplomazia relativamente a prese di posizione del genere, un po’ perché è nella sua natura di avvocato e un po’ perché magari con chi vincerà le elezioni potrebbe anche averci a che fare.
Io, al contrario, che non aspiro a nessun ruolo terreno e faccio fatica anche ad avere a che fare con me stesso allo specchio quando mi pettino, non ho mai avuto bisogno di certi equilibrismi e sulla questione voglio dire anch’io la mia.
Poi voi direte la vostra, se vi va.
Non sono un fan di Kamala Harris.
Non mi fido. Ci vedo pericolosi quanto precari tatticismi buoni per non scontentare nessuno e garantirsi il voto di tutti, dagli ebrei ai palestinesi, a tutti i ceti disponibili per il voto.
Ma non si può accontentare tutti, si devono fare delle scelte, e le sue appaiono nebulose, non mi sono chiare. Ci sono troppi ebrei che votano, in America, e vanno pasturati, lo capisco.
E poi ride troppo, ho sempre diffidato di quelli che ridono troppo.
Non c’è proprio niente, da ridere.
Non per noi plebei almeno.
Trovo anche piuttosto ipocrita che si avventuri in promesse e programmi che, se fossero qualcosa più di chiacchiere e proclami, sembrerebbero piuttosto lontani da quello che l’attuale presidenza Biden, una delle più guerrafondaie di sempre, sta portando avanti. Eppure lei ne sarebbe vice, di cotanto stordito, e viene da chiedersi dove sia stata fino ad oggi, che pensieri avesse.
In realtà della sua impalpabile presenza non si è accorto mai nessuno, se non nelle figurine di circostanza, nemmeno quando Biden andava ormai a caccia di farfalle.
Insomma, se devo scegliere fra lei e Trump, le cui meraviglie ci sono ben note, mi astengo volentieri.
E’ uno di quei casi in cui non andrei a votare.
Certo, l’apparenza delle cose porterebbe a preferire lei, ma resto parecchio dubbioso. Le continue e feroci delusioni dei governi democratici dovute alla loro fregola per la guerra, che in realtà è da sempre un pretesto per spacciare armi e alimentare così la loro industria più florida, naturalmente con l’intento divino di esportare la pace, mi avrebbero francamente rotto le palle.
E quando li definiscono pure di sinistra, lì mi incazzo come un cercopiteco etiope.
Avrebbero potuto fermare il genocidio che Israele sta compiendo nei confronti del popolo palestinese mille volte, ma hanno continuato ad armarlo.
Chiedetevi perché.
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Orso Grigio