E di Conte vogliamo parlare?

DI MARIO PIAZZA

Mario Piazza

 

Bene, ora che siamo tutti (quasi) d’accordo sulla incompatibilità di Matteo Renzi con una coalizione seria credo sia il caso di parlare di Giuseppe Conte e dei Cinquestelle.
La prima cosa da fare è sgombrare il campo dai sacrosanti pregiudizi generati dal governo con la Lega. Nessuna indulgenza o colpo di spugna ma occorre prendere atto una volta per tutte che dei burattinai di allora, Grillo, Casaleggio x 2 e Di Maio è rimasta soltanto l’ombra del vecchio comico sgangherato che di tanto in tanto ci ricorda la sua esistenza in vita con qualche sonora scorreggia. Anche i burattini sono stati in gran parte sostituiti, è da un pezzo che non vedo sgradevoli caricature come Bonafede, Toninelli o Taverna. Conte è sempre lì, non è ancora una farfalla ma certo non ha più nulla a che vedere con il patetico bruco di allora.
Al netto dei magheggi per piantare qualche bandierina nei comuni e nelle regioni, gli elementi politici che potrebbero escludere i Cinquestelle dal campo largo (decretandone contemporaneamente il fallimento) sono essenzialmente tre.
Il primo, duole ammetterlo, è la richiesta di neutralità sullo scenario ucraino. Apprezzabilissima nel suo spirito pacifista ma purtroppo avulsa dallo scenario internazionale e dai nostri vincoli con Europa e Stati Uniti. E’ una battaglia che può essere combattuta soltanto dall’interno, chiamarsi fuori o peggio farsi cacciare per la propria intransigenza è un favore da non fare a chi vuole che la guerra continui, filo-ucraini o filo-russi che siano.
Il secondo riguarda la Giustizia. Quando arriverà il momento di confrontarsi nelle urne il nostro ordinamento giudiziario sarà stato stravolto da questo governo, la magistratura avrà smesso di essere un potere indipendente dal governo e il codice penale sarà un insieme di norme per favorire i ricchi e potenti e fottere i poveri senza voce in capitolo. E’ imperativo che Conte e i Cinquestelle capiscano come quelle manette che tanto amano sentir tintinnare siano passate dalle mani di una magistratura imperfetta ma pur sempre indipendente a quelle del governo neofascista che intendiamo liquidare.
Il terzo punto riguarda l’immigrazione. E’ ora di venire allo scoperto e dire con chiarezza se il M5S ha ancora qualcosa a che fare con quel farabutto che definiva “taxi del mare” chi salvava migliaia di vite e se ha ancora qualcosa in comune con chi ha promulgato i decreti sicurezza dopo infami campagne di criminalizzazione di chiunque non avesse la pelle bianca.
E’ solo dopo aver superato questi tre punti che il “campo largo” potrà passare dallo stato di ipotesi a quello di progetto e il momento di farlo, carissimi Elly e Giuseppe, è adesso.
.
Mario Piazza