DI GIOACCHINO MUSUMECI
Meloni : “Noi stiamo facendo la storia e dobbiamo esserne tutti consapevoli…Non ci viene perdonato nulla. Siamo sotto mira perché stiamo cambiando l’Italia”.
Primo: il governo Meloni per pura incapacità “sta facendo” la storia di una cavolata solenne in termini di scandali, gaffes, preformances circensi, terrificanti orrori ideologici fascisti e antisemiti fin nel midollo giovanile di FdI.
Alla Santanché bugiarda e plurifallita si aggiungono Del Mastro e i documenti riservati passati a Donzelli, le pistole a Capodanno, esibizioni clownesche della premier immortalate in parlamento, aggressioni fisiche ai deputati dell’opposizione, meeting in Puglia tra “monarchi” falliti, complottismo a gogò, vittimismo a pioggia, veleni tra partiti di maggioranza.
Tanto per condire il minestrone si aggiunge Salvini con la Lega di traverso a sua volta di traverso alla Meloni e Tajani moderato che non sorprende nessuno esclusi gli estremisti del governo atterriti da ipotesi democratiche a cui non sono mai stati educati.
E tutto ciò non è che l’orribile epitelio politico degenerato al di sotto del quale un governo di popolani gretti sintetizza riforme spudorate come quella Nordio.
Eppure nel paese di pizza e mandolino e presidente del consiglio che “arzateve anche voi” a Salvini e Tajani è lo schiaffone dell’una de noi al contegno istituzionale, manda tutto in frantumi l’ignorante sperticato Sangiuliano.
Il gaffeur professionista e vanesio che “Dorian Gray scansate proprio”, conferma lo spessore personale da ciabatta sfranta e viene demolito dall’ex fidanzatina le cui pronte reazioni frantumano gli strali, peraltro inutili, di uomini e donne maschilisti sgangherati, il patetico Mieli capofila, che puntano l’Eva corruttrice di Adamo Sangiuliano nella nuova Genesi meloniana.
Tutto ciò non fa che confermare tristemente le scelte errate di una premier perennemente in contromano, coinvolta in un frontale al giorno furiosa contro il codice della strada.
Meloni sovrastimata e incantata dallo specchio del potere, vinte le elezioni con la minoranza di elettori tra cui una selva di neofascisti finalmente alla ribalta, non avrebbe potuto che attingere dall’immenso serbatoio ereditato da Berlusconi immensamente peggiorato da meloniani rampanti.
Berlusconi non muore mai: l’epigono Gennaro Sangiuliano lo emula goffamente. Tritato come il prezzemolo e convocato dalla premier in veste di dragone fiammeggiante, scansa i giornalisti e striscia verso l’ingresso posteriore della reggia meloniana.
Ma il dramma più grande di tutti è che gli italiani finalmente hanno qualcosa su cui dividersi che non è il loro futuro più che incerto, ma decidere se la Boccia sia la buona o la cattiva di una soap girata nei palazzi del potere.
Gioacchino Musumeci