Meloni dixit

DI MARIO PIAZZA

Mario Piazza

 

Alessandro Giuli “proseguirà l’azione di rilancio della cultura nazionale, consolidando quella discontinuità rispetto al passato che gli italiani ci hanno chiesto e che abbiamo avviato dal nostro insediamento ad oggi”.
L’ultima volta che ho controllato la cultura nazionale, terminata l’ignominia del ventennio mussoliniano, era rappresentata per esempio dal cinema, quello di Fellini e De Sica, ma a “discontinuarlo” con i fratelli Vanzina ci aveva già pensato Berlusconi. Accanto a loro scrivevano personaggi come Calvino, Sciascia o Morante e a dipingere c’erano Guttuso o Annigoni. Persino la cultura televisiva, quella nazionalpopolare, vedeva personaggi come Enzo Biagi e Piero Angela.
Per sentire puzza di “egemonia culturale della sinistra” pensando a quei personaggi occorre avere qualche grave devianza mentale ma non è questo a preoccuparmi. Mi terrorizza il vuoto pneumatico con cui la Meloni vorrebbe discontinuarli, di chi stiamo parlando di preciso? Di Luca Barbareschi? Di Giampaolo Pansa? Di “maitre a penser” come Mario Giordano o Paolo Del Debbio? Di eccellenze come Alessandro Giuli che ha aperto la sua sfolgorante carriera al Maxxi con un elevato confronto tra Sgarbi e Morgan?
Ma per piacere… Se proprio volete un paese di rincoglioniti fareste prima e fareste meglio a liberalizzare le droghe pesanti.
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Mario Piazza