Israele – Italia: 1 – 2

DI MARIO PIAZZA

Mario Piazza

 

Una partita di Nations League che nonostante il risultato abbiamo perso.
Si giocava a Budapest perché neppure l’arroganza israeliana poteva pretendere di portare una squadra avversaria a Tel Aviv o magari a Gerusalemme, i luoghi dove si celebra ogni giorno il genocidio del Popolo Palestinese ordinando nuovi attacchi sulla popolazione inerme rifugiata negli ospedali e nelle scuole di Gaza.
A guardare la partita c’erano soltanto 1500 persone e mi piace pensare che gli appassionati di calcio ungheresi abbiano disertato lo stadio per dare un segnale, così come hanno fatto i 500 tifosi giunti dall’Italia voltandosi di spalle quando è stato suonato l’inno nazionale israeliano. Si chiama Ha Tikva che vuol dire “speranza” quell’inno, immagino sia quella ignobile di sterminare tutti i Palestinesi rimanendo impuniti.
Abbiamo perso perché quella partita non avremmo dovuto giocarla, e basta con questa minchiata che lo sport dovrebbe essere estraneo alla politica. Non lo è stato quando gli atleti russi sono stati esclusi dalle Olimpiadi come prima di loro quelli di altri governi-canaglia, che cos’ha di speciale Israele per essere dignificato dallo sport mentre massacra decine di migliaia di civili innocenti sfoggiando quella stessa stella di Davide che i calciatori portano sulla maglietta?
Abbiamo vinto la partita e perso una volta di più la dignità, non credo sia stato uno scambio vantaggioso.
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Mario Piazza