DI GABRIELLA CANFAROTTA
Lei è Delia ha diciassette anni e attende di essere ricevuta dall’ispettore capo per sporgere denuncia.
A causa dei forti dolori al ventre, siede malamente sul bordo della seggiola, le fitte la inducono a ricordare l’accaduto e la mortificano anche. Delia, osserva le chiazze violacee alle gambe, il corpo è dolente a tratti sanguinante. La scena, poco lucida nei ricordi, appare come un puzzle non ancora giunto al completamento dell’immagine.
Polsi e caviglie sono gonfi, tumefatti. L’espressione triste del volto offusca la bellezza acerba della carnagione ora divenuta pallida.
Delia è sofferente, le lacrime scivolano e bruciano al passaggio, il cuore è carico di vergogna.
Il pianto della giovane, seppur silenzioso, urla disperazione. Ha appena conosciuto il disprezzo mentre l’odio è già in corsa per invaderle l’anima.
Istintivamente cerca la mano della madre accorsa in suo aiuto, la stringe e la porta al petto.
Delia è sempre stata capace di badare a se stessa, cresciuta nell’approvazione permissiva dei genitori, consapevoli di aver responsabilizzato appieno la figlia e riposto in lei meritata fiducia …. fino a quel maledetto sabato che darà inizio all’inferno.
Durante il fine settimana, Delia e gli amici, amano frequentare discoteche e locali rinomati, habitué di calciatori in erba e aspiranti influencer.
Quella sera Delia… conosce lui.
L’uomo è sulla quarantina avanzata, curato e abbigliato con stile. È circondato da belle ed eccentriche ragazze dal maquillage appariscente. La comitiva è parecchio allegra, ridono, ballano e scherzano tra loro nell’andirivieni dei camerieri attenti a servire champagne con accortezze esclusive.
Rapita dal goliardico gruppo che attira attenzione, Delia osserva meravigliata i loro comportamenti disinibiti e felici, ostentano ricchezza quella che le manca.
Le piacerebbe poter vivere con naturale disinvoltura e come quelle ragazze, suscitare invidia e stupore. Aggregarsi alla combriccola sarebbe una magnifica occasione, pensa con ammirazione, anziché la frequentazione con i soliti amici “sfigati” con cui da tempo, si annoia mortalmente.
Delia sorseggia il suo cocktail e continua a scrutare le movenze dell’uomo, intento a offrire champagne alle belle accompagnatrici quando improvvisamente, incrocia il suo sguardo.
Lui ammicca un sorriso e la saluta con un cenno della mano. Delia è imbarazzata, contiene l’emozione e ricambia.
A quel punto lo sconosciuto la invita ad avvicinarsi al tavolo per offrirle una coppa di champagne. Lusingata e senza indugiare troppo, Delia lo raggiunge. L’uomo si presenta. È un manager molto noto, si occupa di reclutare belle ragazze da avviare alla carriera di modelle e dello spettacolo in generale.
La giovane, affascinata dalla notizia, si lascia coinvolgere dai sorrisi di quell’uomo premuroso e gentile e fantastica già una possibile apparizione televisiva.
Trascorrono la notte ballando, scherzando e brindando insieme, suscitando curiosità fra le altre ragazze, poco spontanee nei sorrisi verso la nuova “recluta”.
Delia, dal canto suo, accoglie la piacevole e improvvisa sensazione di essere protagonista assoluta del momento e avverte persino più sicurezza del solito. Accavalla le lunghe e affusolate gambe, messe in risalto dall’esile tubino nero e continua a bere champagne fino al sopraggiungere della disinibizione.
Le amiche la raggiungono e chiedono di andare via ma Delia rifiuta, dice di voler rientrare a casa da sola.
L’uomo soddisfatto della risposta, abbraccia la ragazza e promette di fare per lei “grandi cose”.
Escono dal locale poco dopo le quattro e dietro proposta del tipo, Delia e le altre ragazze, si avviano verso l’ abitazione dell’ uomo per assistere all’ imminente aurora dalla terrazza della lussuosa villa.
Le auto messe a disposizione sono prestigiose come gli abiti e gli accessori indossati dalle modelle. Delia, guarda con stupore le griffe dei loro vestiti e i gioielli di alcune, sognando di possederne uguali. Sente di essere al cospetto della sua “occasione” e non vuole perderla.
È quasi maggiorenne e la voglia di studiare non è più tanta. Diventare una modella, una famosa influencer e perché no? Opinionista nelle varie trasmissioni televisive, sarebbe la svolta di un destino che l’ha dotata della sola bellezza e dunque deve saperla sfruttare.
Non vuole certo finire come la madre, defraudata dalla giovinezza a causa dei sacrifici e delle rinunce!
“Il treno passa una sola volta” pensa fra sé e lei deve salire a bordo senza alcun indugio e stupido condizionamento.
La villa che li ospita, domina la collina e l’ interno è in stile moderno con grandi divani dalle tinte chiare. Il padrone di casa, mentre altri sono interessati a bere champagne, sistema scrupolosamente alcune strisce di polvere bianca su un vassoio argentato. Arrotola poi una banconota da duecento euro e si china fino al bordo del tavolo per essere il primo a “tirare”, solo dopo invita gli altri.
Delia non ha mai fatto uso di cocaina anche se con gli spinelli non è mai andata “leggera”, pertanto invogliata dal non voler essere “asociale” inspira la droga con l’approvazione dei presenti.
L’alcol continua a essere consumato scriteriatamente e dello splendido scenario apparso dal terrazzo, nessuno sembra interessarsi, intenti a sguazzare nelle acque riscaldate della piscina e a spruzzare champagne appena stappato.
Delia, fra alcol e stupefacenti, appare poco lucida e quando l’uomo circuisce le sue spalle e propone un divertente “gioco” lei non comprende nell’immediato ed è costretta a seguirlo. Viene condotta in camera da letto e lì obbligata a spogliarsi.
La ragazza ha brevi attimi di lucidità e in uno di questi crede di vedere strani oggetti sul letto.
L’ uomo perde la finta gentilezza e adesso pretende di “giocare”. La incatena con forza alla spalliera del letto mentre Delia supplica di lasciarla andare per fare rientro a casa. Non sta bene, invoca aiuto e si dimena cercando invano di liberarsi dal peso dell’uomo ora sul suo corpo.
Non ricorda più nulla.
Si sveglia dolente, il sole è già alto e la luce penetra dalle persiane socchiuse. Delia in un primo momento non comprende dove si trova e ancora meno il perché un uomo sta dormendo accanto a lei e oltretutto nudo. Ha forti dolori e fatica ad alzarsi.
Comincia a ricordare e si inquieta. Si porta affannosamente fuori dalla stanza e con rammarico non vede nessuno delle ragazze presenti la sera precedente, dunque si agita di più. Raggiunge il terrazzo, sbircia fuori, ma al di là delle bottiglie vuote sparse per terra il silenzio regna sovrano.
Non ha la percezione del tempo né del luogo. Vede la borsetta adagiata sul divano, l’afferra frettolosamente per prendere il telefono ma non lo trova e la paura incalza. Entra in punta di piedi in camera, l’uomo continua a dormire, Delia prende le scarpe, il vestito e si rifugia in bagno. Sta molto male e inoltre si accorge di avere perdite di sangue, non si lava neanche, vuole solo fuggire.
È ansiosa, ha paura e non asseconda i dolori del corpo, motivata a raggiungere l’ingresso, prima del risveglio dell’uomo.
Scorge la consolle bianca vicino alla porta e ricorda l’attimo in cui era stato chiesto a tutte di lasciare i cellulari all’interno del vaso trasparente, poggiato sopra.
Lo afferra, apre la porta e fugge.
È scalza e a piedi nudi calpesta l’erba ancora bagnata di rugiada.
Si porta fino al cancello, esce e lo richiude alle sue spalle. Ha identificato l’indirizzo, chiama un taxi e attende ansiosa. Alla vista della vettura si rincuora e chiede di essere condotta a casa o forse sarebbe meglio andare in ospedale, non sa neanche lei e comincia a piangere, sente l’esigenza di raccontare il violento abuso ma non riesce e non chiede aiuto, vuole solo raggiungere la città.
Ha pena per se stessa, ammette di essere stata una grande stupida. Vorrebbe ritornare indietro e non osannare più la semplicità della sua giovinezza, dei suoi amici e delle loro serate. Comprende di essere salita a bordo del ” treno” sbagliato e di aver rischiato di perdersi nel luccichio esibito dei finti lustrini, dediti a ostentare ricchezza, necessaria a nascondere l’ immensa solitudine e la pochezza della morale.
“Passeggeri” malati e privi di contagiosa dignità, intenti a curare solo l’involucro e poco il contenuto.
Delia sta soffrendo tanto ma ha capito la lezione e adesso deve aiutare chi come lei, sogna ancora la “facile gloria” e farebbe tutto per ottenerla.
Abbassa il finestrino e si abbandona all’ aria fresca …pulita. Le lacrime invadono il suo volto, sono amare e segnano la scia di un dolore permanente. Avverte la strana sensazione di essere cresciuta innaturalmente in una sola notte!
Il taxista chiede dove recarsi…
Delia respira, smorza i singhiozzi e risponde: “al comando di Polizia più vicino” … poi avverte la madre.