Vietare il dissenso

DI MARIO PIAZZA

Mario Piazza

 

In un paese democratico le manifestazioni di dissenso vengono vietate unicamente per ragioni di ordine pubblico.
Era dai tempi della Repubblica di Salò che nessun ministro degli interni italiano, neppure Scelba, Cossiga e Maroni e neppure lo stesso Salvini che aveva ricoperto quella carica nel Conte-uno, aveva mai osato sfidare apertamente quel tabernacolo della democrazia che la Costituzione sancisce con l’articolo 21: «Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.»
Vietare le manifestazioni a sostegno del Popolo Palestinese non per salvaguardare l’ordine pubblico ma per i possibili contenuti, si teme che qualcuno possa inneggiare ad Hamas e all’attacco del 7 ottobre, è una forma di repressione preventiva che non può essere ascritta a un vecchio sbirro senza spessore capitato al Viminale quasi per caso ma è invece il più grave e plateale degli attacchi alla democrazia consumato da un intero governo nella sua marcia trionfale verso il totalitarismo.
E’ il governo nel suo insieme che andrebbe arrestato per “radunata sediziosa”, non certo quei coraggiosi che decideranno di manifestare la loro condanna del genocidio di Gaza in barba al divieto.
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Mario Piazza