La proposta di legge “Pratobello ‘24” non ci convince fino in fondo

DI MICHELE PIRAS

 

Penso che la mobilitazione di oltre 200 mila sardi vada ascoltata e rispettata, persino quando non tutto della proposta di legge “Pratobello ‘24” ci convince fino in fondo.
Quanto accaduto in questi mesi ha un senso, poiché in questi anni il tema della tutela del paesaggio, della scarsità di regole e dell’incontrollata invasione del territorio, è stato per troppo tempo ignorato.
Dai politici che hanno governato fino a ieri, certamente, perché in realtà non parliamo di una novità degli ultimi mesi.
Anche da parte dei sardi, ad onor del vero, perché eolico e fotovoltaico non sono il primo caso di speculazione, perché le aggressioni del territorio sono state molteplici e spesso devastanti, perché l’incuria e l’abbandono del nostro patrimonio naturalistico, identitario e archeologico, è male annoso e diffuso.
Ma non saper distinguere fra chi c’era, non ha mosso un dito e oggi cavalca a reti unificate l’attività dei comitati e nonostante un imbarazzante conflitto di interesse, e chi è appena arrivato, facendosi carico immediatamente di bloccare l’anarchia delle autorizzazioni e di regolamentare finalmente la faccenda, è davvero triste.
E non saper distinguere fra modelli energetici, quindi sulle fondamentali questioni che riguardano produzione, salute e inquinamento, lo è altrettanto.
Coloro invece (una minoranza certamente) che pretendono persino di decidere chi è sardo e chi no, come se questo poi davvero potesse rappresentare un punto di superiorità morale o culturale, dimostrano non solo di non conoscere la storia recente, di non capire nulla della politica, ma di essere fondamentalmente degli emeriti imbecilli.
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Michele Piras