DI GIOACCHINO MUSUMECI
Un lettore scrive un commento a margine di un post pubblicato sul mio diario: “Quel che è peggio è che il movimento sia diventato una succursale PD…” .
Questo signore non è l’unico a pensarla in questo modo ma a tutti gli scontenti parlo a cuore aperto:
Se siete “convinterrimi” che il Movimento sia una succursale piddina, non dovete far altro che spingere Beppe Grillo alla scissione. Poi votare per la forza politica che risponde alle vostre aspettative. In definitiva ciò che fece Di Maio, il quale, voltafaccia a parte, ha dimostrato più coerenza di Grillo e suoi discepoli.
Naturalmente la coerenza comporterebbe chiedere al Gotha perché non porti a termine la sua battaglia legale per riappropriarsi del partito che secondo il vostro punto di vista irreprensibile ha perso i peculiari connotati originari. E a proposito di questi capisco manchino vecchi slogan immortalati in rete con tanto di video: “Non governeremo mai con la lega”…davvero un “coup de theatre” efficace da parte della vecchia guardia. Lo so, direte che la legge elettorale etc etc…Ecco, c’è da chiedersi perché Grillo non abbia preteso, poiché il divino pretende o spacca tutto a chiacchiere e vedremo perché, che il Movimento ne sintetizzasse una decente e la imponesse quando poteva dato che il partito di maggioranza relativa non deve governare con subalternità, farsi imporre programmi e diventare una succursale altrui.
Ora direte: “c’erano altre cose da fare.” E no belli, un po’ di logica please. Se pretendete di governare da soli e mai accordarvi perché Dio ve ne scampi, la prima cosa da fare affinché non siate contaminati è cambiare la legge elettorale che vi obbliga a pronunciare slogan ben presto disattesi per via della legge elettorale…
Avete capito adesso?
Capitolo Slogan vecchio Movimento: Nel pieno rispetto del RdC che ho sempre difeso, la propaganda non mi ha mai colpito.
Affacciarsi alla finestra e teatralmente gridare “Abbiamo sconfitto la povertà”, che poi non l’ha sconfitta nessuno perché occorrerebbero rivoluzioni sociali e di mercato ben oltre “mai con questo e mai con quello”, era mediaticamente più redditizio che essere realisti.
Cioè non siete perfetti, accettare i vostri difetti non vi farebbe male, io per esempio apprezzo il Movimento coi difetti suoi perché credere in una forza politica è anche combattere per cambiarla quando occorre. Sono molto critico ma so che il Movimento al governo ce l’ha messa tutta e la prossima volta, se e quando verrà, farà meglio.
Pensavo che certe grossolanità avessero prodotto il disincanto necessario, che fosse chiara la linea di demarcazione tra politica e strategia mediatica, tra grillismo istintivo e raziocinio politico, e invece no.
Sapete quale è, secondo me, la caratteristica del grillismo incarnato dal garante oggi portavoce del defunto Casaleggio? L’opportunismo.
Finché Casaleggio era in vita Beppe Grillo era frenato e inibito. Milioni di italiani non hanno visto oltre l’esteriorità ben congegnata. E non posso che complimentarmi per le capacità mimetiche del garante sempre al riparo nel limbo da cui emerge per fare i danni della grandine.
Ma oggi è cristallino che Grillo si sia fatto portavoce di un idea che gli avrebbe portato guadagni cospicui; dopodiché “ciao cari miei” e s’è visto bene. Che si tratti di sporco denaro e non di etica politica o coerenza delle idee è lampante: appena Conte ha minacciato di tagliare il compenso stratosferico e l’assistenza legale, il garante s’è dato una bella calmata perché poverino senza le regalie pentastellate come vivrebbe…altro che idee non negoziabili. Si negoziano eccome per 300mila Euro e patrocinio legale gratuito. Apposta anelo speranzoso una scissione liberatoria. Il Movimento con Grillo dentro è come una separazione in casa, chimicamente parlando una soluzione bifasica. Possiamo agitarla quanto vogliamo per legarne le fasi ma appena smetteremo queste si separeranno irreversibilmente. Ebbene questo è il Movimento da quando Grillo scalpita a briglie sciolte. Dunque vi incoraggio ad abbandonare finalmente quello che per voi non è più Movimento di una volta; ciò affinché la storia resti confinata nel passato dove deve rimanere.
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Gioacchino Musumeci