Mars attacks!

DI MARIO PIAZZA

Mario Piazza

 

Sentire il ministro Crosetto che accusa Israele di violazione del diritto internazionale per aver sparato contro le basi ONU dopo che per un anno lui e il suo governo hanno assistito borbottando sommessamente al massacro scientifico e indiscriminato di decine di migliaia di Palestinesi è, nonostante si tratti di un’accusa ineccepibile, lo stupro finale di ogni forma di decenza, di rispettabilità, di civiltà.
Quelle cannonate sioniste sparate contro una seppur inutile e discutibile “missione di pace” sono purtroppo molto più di una violazione. Con quei colpi Israele ha messo in secondo piano tutte le sacrosante accuse precedenti, ha gettato la maschera di nazione democratica e di vittima aggredita per proporsi finalmente come ciò che si è sempre ritenuta dal malaugurato giorno della sua proclamazione: una entità superiore, un corpo talmente estraneo al resto del mondo da poterlo disprezzare nella sua interezza senza fare inutili distinzioni tra alleati e nemici, tra militari e civili, tra ragionevole e folle.
Loro sono loro e non ragionano come noi umani, sembrano appartenere ad un altro pianeta dove i valori sono capovolti e sembrano considerare noi terrestri come trascurabili ostacoli che intralciano la loro orbita celeste, e se ne fossero in grado e lo ritenessero necessario sarebbero pronti a spazzarci via.
Questo significano quelle cannonate, altro che violazione.
Possiamo lasciarli fare oppure fermarli, ma per fermarli occorre qualcosa di molto più solido e concreto della musichetta hawaiana del film che da il titolo a questo post.
.
Mario Piazza