E niente, non ce la possiamo fare

DI MARIO PIAZZA

Mario Piazza

 

Da due anni esatti chi ha a cuore le sorti del paese e soprattutto di chi se la passa peggio si spertica nei pochi spazi pubblici di libertà rimasti per denunciare la serie ininterrotta di porcherie, di cretinate e di abusi di questo governo ma la popolarità di Meloni & Associati rimane pressoché intatta.
Agli occhi di una persona appena normale la “Banda Meloni” in questi due anni si è coperta di ridicolo col decreto anti-rave del ministro Piantedosi e con la pistolina del deputato Pozzolo, di infamia con la gestione della strage di Cutro e con la guerra alle ONG, di disonestà con le vicende di Sgarbi, di Sangiuliano, Santanchè e di Toti, di stupidità col lager albanese, di vergogna con il carcere per le donne gravide, di imbarazzo per le menzogne continue fino al vergognoso “taglia e cuci” di ieri della email del giudice Patarnello e potrei continuare per tre pagine sapendo già che domani l’elenco andrebbe aggiornato.
La Banda Meloni è infaticabile, come la gazzella che ogni mattina si sveglia e sa che deve mettersi a correre. Ne va della sua sopravvivenza e non c’è decenza che come una gazzella non sia pronta a superare con un balzo, peccato che a inseguirla ci sia soltanto qualche vecchio leone sdentato che a stento si regge in piedi. Siamo un paese di pecore, non di leoni.
Scusate lo sfogo, ma quand’è che troppo è troppo?
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Mario Piazza