Conte: Stop al pagamento verso Grillo

DI GIANCARLO SELMI

Giancarlo Selmi

 

E così Giuseppe Conte ha, finalmente, secondo il mio parere, stoppato l’indegno pagamento, in favore di Grillo, dei 300.000 euro all’anno, dovuti in base a un accordo su una inesistente consulenza per la comunicazione. Grillo avrebbe dovuto garantire al Movimento, attraverso il suo Blog, ma anche mediante altri canali, il suo costante supporto e una comunicazione avente il fine di un vantaggio d’immagine e di pubblica considerazione.
Ciò ch’è accaduto è stato diametralmente opposto a quanto doveva essere fatto dallo stesso Grillo per giustificare l’incasso di quei quattrini.
Grillo è stato latitante in tutti i sensi, quando non è stato un implacabile censore delle iniziative del gruppo politico che lo pagava. La comunicazione promessa si è trasformata in “controcomunicazione” a danno del Movimento 5 Stelle e del suo leader. Al quale, in aggiunta, ha riservato velenose dichiarazioni e velenose “ironie”, che hanno causato discredito, contribuendo a metterne in ridicolo l’immagine.
Tantomeno l’ingente pagamento può essere giustificato dalla posizione di “garante” di Grillo. Il perché lo ha magistralmente spiegato Giuseppe Conte: “Grillo ha rivendicato il compenso come garante anche nelle ultime lettere che mi ha scritto. Io non ho mai accettato che fosse pagato per questa funzione, che ha un intrinseco valore morale e non è compatibile con alcuna retribuzione”. Sì, perché ci sono dei canoni morali che vanno mantenuti, se non si vuole diventare uguali a quelli a cui si sono destinati i “vaffa”.
Le reazioni non si faranno attendere, soprattutto da chi ha fatto intendere da tempo e in tempi non sospetti, di essere un nemico del Presidente Conte, unendosi alla vastissima schiera di quanti lo avversano. Uno dei tanti è quel Nicola Morra, espulso da Grillo e oggi misteriosamente suo sodale, che ha già pontificato dicendo nulla sui soldi, ma richiamando l’ormai stucchevole “partito personale di Conte”. Uno di quelli che firmarono la lettera a difesa della non negoziabilità di alcuni princìpi, primo fra tutti quello del limite dei mandati. Che di un terzo mandato già usufruisce in un Comune ligure (lui calabrese) e sempre in Liguria aspira a un quarto, presentandosi candidato a Presidente di quella Regione.
Grillo insomma è in ottima compagnia. Ma non c’erano dubbi. L’ennesima proposizione dell’antico refrain “fate ciò che dico ma non quello che faccio” è diventata un partito. Ovviamente non personale.
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Giancarlo Selmi