Sulla disaffezione degli elettori

DI GIOACCHINO MUSUMECI

Gioacchino Musumeci

 

Penso sia tutt’altro che semplice esprimersi sulla disaffezione altrui. Odio letteralmente l’Italia per tanti motivi ma vado a votare, pago le tasse, e altro su cui ho solo da perdere. C’è chi non ha risorse né voglia di morire in un pantano ideologizzato e bigotto, così sceglie di farsi trainare dal più bello del momento.
Tuttavia non mi sento più figo perché esercito il mio diritto di voto inutilmente, e sembra davvero inutile da anni. Ovviamente questo post non è l’apologia dell’astensionismo, non lo condivido. Votare è esprimere un opinione su chi dovrebbe governarci ma nell’ambito italiano è un altra cosa dato che l’elettorato è genericamente ignorante in modo spaventoso. E il peso di tanta ignoranza è clamoroso nel definire un governo. Ma l’ignoranza non è una colpa soprattutto se pianificata da chi dovrebbe favorire e divulgare cultura.
Drammaticamente in considerazione degli elementi nazionali e internazionali, sono portato a ritenere che lo scenario, la voglia di partecipazione attiva, non cambieranno finché non arriveremo a una seconda dittatura, più precisamente una democrazia dilaniata da disuguaglianze senza precedenti il cui prologo è stata la creazione sistematica e continua di pericolosi temi strutturati per terrorizzare il pubblico, creare disagio e disprezzo.
E questo disprezzo verso il prossimo si legge in molti commenti. Creare disagio e voglia di vendetta: sono ingredienti fondamentali per raccogliere consenso, Conte non li usa perché è umano e ha la mia solidarietà.
Ma certe consapevolezze rischiano di rendere milioni di persone refrattarie al futuro, oppure provocano la fuga di giovani in massa. Ed è ciò che sta avvenendo sotto i nostri occhi. Pensate basti andare votare se per il resto si sta a cuccia e si subisce ogni sorta di sopruso? Occorre molto di più e ci arriveremo.
Fomentava odio, rabbia e disagio anche Grillo ai tempi d’oro, quando si esprimeva sugli avversari in modo brutale e scafato. E quanto piaceva questa sorta di berlusconismo illuminato dalle stelle…Ma coltivare la sete di vendetta è servito di certo non al paese perché nulla dell’operato grillino è rimasto in piedi. E se è stato cancellato non è solo colpa di Renzi. L’ assenza di coscienza popolare e timore di perdere denaro, privilegi, lavoro e stabilità, sono stati fondamentali per sedare una reazione massificata; manifestata da una comunità disillusa astrattamente via social con milioni like all’addio del premier incompreso, azzannato e defenestrato. Poi il nulla ma è naturale, un popolo terrorizzato, deluso e anestetizzato non va in piazza per la democrazia e il suo altissimo significato; attende con fiducia impersonale il prossimo vate.
Il grillismo ha funzionato finché Grillo stesso ha capito che per salvare i propri “antivalori” poteva sacrificare le aspirazioni di milioni. Essenzialmente lui non rappresentava né rappresenta alcun popolo diverso da lui, eppure ha fatto credere il contrario. E vedo che tanti ci sono cascati, non siamo emancipati rispetto al grillismo e questo è un male perché testimonia che in generale l’Italia è troppo arretrata ideologicamente, come altre democrazie occidentali per risolvere un problema che non dipende dall’astensionismo. Il disastro che ci si para innanzi dipende dall’assetto delle società moderne in cui i popoli non decidono più da tempo.. Se sono legittimi certi governi o giunte regionali di minoranza, e lo sono per forza senza entrare nel dettaglio del perché, si legittima anche l’idea che votare sia inutile. Non per me certo, ma per milioni di italiani più sofferenti, senza risorse o più ignoranti di me.
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Gioacchino Musumeci
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Foto in copertina by T.P.I.