A Valencia la tragica somma di clima, destra popolare + Vox

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Rem dalla redazione di REMOCONTRO –

Valencia: l’analisi del disastro, la solidarietà e la rabbia. La portata della devastazione causata nelle regioni orientali della penisola iberica dall’impatto della “goccia fredda” o ‘Dana’ – un fenomeno atmosferico di portata catastrofica originato dal contatto tra le correnti fredde e umide e un Mediterraneo sempre più caldo – sommato all’insipienza e irresponsabilità umana diventa catastrofe. La destra negazionista climatica.

La solidarietà e la rabbia

Mentre scriviamo, decine di migliaia di persone sono ancora senza né acqua né elettricità, avverte Marco Santopadre su ‘Pagine Esteri’. Il bilancio dei morti è salito a 207 –ma come a Gaza non si sa cosa su nasconde sotto, dalle macerie alla marea di fango-, e ci vorranno settimane per avere un quadro reale degli danni materiali. La provincia di Valencia ha pagato il prezzo maggiore con 204 vittime, ma il macabro conteggio purtroppo è destinato a salire, probabilmente di molto, visto l’alto numero di dispersi. Secondo indiscrezioni al momento mancherebbero all’appello ben 1300 persone. La sindaca di Chiva, ad esempio, ha informato del ritrovamento finora di 10 corpi, ma ha avvisato che nelle frazioni si sono perse le tracce di centinaia di persone.

“Interi quartieri della periferia di Valencia e decine tra paesini e cittadine dell’hinterland della terza città della Spagna sono stati devastati da venti che hanno raggiunto la violenza degli uragani tropicali e sono ora sotto una coltre di fango che, asciugando, diventa duro come il cemento.”

Il clima che per qualcuno non era stato manipolato dall’uomo

Se a Valencia il tempo è migliorato subito dopo la tempesta, la “Depressione isolata ad alta quota” continua a sferzare i territori a sud e a nord. Nelle ultime ore la situazione più grave a Huelva, con trombe d’aria violentissime. Ieri era toccato ai territori catalani meridionali e alla provincia di Castellò – a sud di Valencia – dove i fiumi hanno invaso diverse località. E dove molti sindaci lamentano che, a tre giorni dal disastro, i soccorsi non sono ancora arrivati o sono inadeguati. Nel capoluogo nei giorni scorsi i supermercati sono stati presi d’assalto nel timore della penuria di generi di prima necessità. Saccheggi e sciacallaggio. Ma nelle località più isolate, i sopravvissuti stanno effettivamente facendo i conti con la scarsità degli beni necessari.

Prevenzione mancata e soccorsi inadeguati

La politica, dal potere allo sbando. Il sindaco di Alfafar, uno dei comuni più colpiti dall’uragano, ha racconta di aver dovuto svuotare un supermercato per distribuire alimenti alla popolazione. L’esponente del Partido Popular denuncia la disperazione degli abitanti, alcuni costretti a condividere le loro case invase dal fango con i cadaveri dei loro cari. Mentre continua il rimpallo sulle responsabilità dei ritardi nell’allertare la popolazione e nei soccorsi. E la solidarietà si è messa in moto all’insegna dello slogan “Solo il popolo salva il popolo”. Organizzazioni sociali e politiche e di semplici cittadini hanno raggiunto a piedi le località maggiormente devastate – attraversando il ponte che unisce il capoluogo con i municipi di Paiporta e Benetússer – per portare acqua potabile e cibo ai sopravvissuti. Ma le autorità regionali hanno chiesto ai volontari di lasciare ai servizi di emergenza l’assistenza alle popolazioni alluvionate, minacciando limitazione di movimento, per non intralciare i soccorsi ufficiali.

Le responsabilità del governo di destra

Nonostante l’Agenzia Statale di Meteorologia, l’AEMET – avesse emesso un’allerta rossa già alle 7.30 del mattino di martedì, avvisando della gravità della tempesta che si stava preparando, il presidente della giunta regionale ha più volte minimizzato il rischio annunciando – non si sa su quale base – che già nel pomeriggio le piogge sarebbero diminuite di intensità. Solo alle 20.12 i servizi di emergenza del governo regionale hanno inviato un sms di allerta ai cellulari dei cittadini, ma a quel punto era troppo tardi. Da almeno due ore i fiumi avevano invaso prima le strade e poi le case e spazzato via migliaia di automobili, intrappolando nei luoghi di lavoro o di svago e nei negozi o travolgendo nelle strade chi non si era preoccupato, o non aveva avuto il permesso, di tornarsene a casa per tempo.

Irresponsabili e incapaci

E diventano sempre più numerose le realtà sociali e politiche che chiedono la testa dei vertici della regione. L’appena formata giunta regionale insieme ai neo franchisti di Vox che alcuni mesi fa decise di chiudere l’Unità Valenciana di Emergenza, un team di pronto intervento creata dalle precedenti amministrazioni per prevenire l’impatto di fenomeni atmosferici sempre più estremi e coordinare gli interventi di sostegno ai territori investiti. Anche l’Agenzia Regionale deputata allo studio e al contrasto del riscaldamento globale era stata sacrificata da una destra che non ha mai nascosto e anzi rivendica il proprio negazionismo climatico.

Volontari e proteste nelle zone alluvionate

Mentre Mazón, il presidente regionale del PP, cancella dai social alcuni post dei giorni scorsi in cui negava la gravità della tempesta che si stava per abbattere su Valencia, decine tra associazioni, sindacati e organizzazioni politiche hanno indetto una manifestazione per chiedere le dimissioni del ras locale del Partito Popolare. Un corteo che il 9 novembre percorrerà il centro infangato di Valencia denunciare l’incapacità e l’inefficienza nella gestione della crisi da parte del governo regionale, e il rifiuto di mettere in atto quelle misure preventive che avrebbero consentito di ridurre al minimo il numero delle vittime. I firmatari dell’appello denunciano anche le responsabilità dell’Assessore regionale all’Istruzione José Antonio Rovira, “che ha tenuto aperte le scuole nelle zone colpite quando in alcuni luoghi era già interrotta la rete elettrica, mettendo in pericolo bambini e insegnanti”.

Negazionismo contro business

Da decenni la comunità scientifica, supportata da dati, ricerche e rapporti convergenti, mette in guardia dal pericolo del cambiamento climatico. Eppure le forze politiche di destra ed estrema destra negano l’evidenza, riducendo quando possono le risorse destinate alle politiche di prevenzione e alimentando la diffusione di ‘fake news complottiste’, strumentalizzabili a fini elettorali.
Sul fronte opposto, molti ambienti liberali ed ecologisti sostengono una riconversione energetica che spesso si riduce ad un sostegno legislativo e finanziario pubblico a lobby industriali e tecnologiche che approfittano dell’allarme sociale per aumentare i profitti, mentre i pilastri di uno sviluppo nocivo e sconsiderato e i privilegi delle oligarchie economiche non vengono neanche scalfiti.

“Nel frattempo, afferma uno studio pubblicato ieri dai ricercatori del World Weather Attribution, la crisi climatica indotta in buona parte dalle attività umane ha intensificato i dieci eventi meteorologici estremi più mortali degli ultimi venti anni, contribuendo così a causare la morte di circa 570 mila persone.”

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AVEVAMO DETTO

Articolo a firma Rem dalla redazione di

2 Novembre 2024